Lazio, le punte ballano il flop. ​La grande delusione sono gli attaccanti Matri, Djordjevic e Klose: cinque reti in tre

Lazio, le punte ballano il flop. La grande delusione sono gli attaccanti Matri, Djordjevic e Klose: cinque reti in tre
di Alberto Abbate
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Mercoledì 10 Febbraio 2016, 09:28
Tre centravanti per un unico flop, tre partite senza mettere in rete una sola palla. Non era mai accaduto ancora nella gestione Pioli. Ma c'è sempre una prima volta e questa sembra quella peggiore. Basti notare una triste similitudine: in realtà sono 9, su 24, le giornate senza segnare, superato addirittura il record negativo di Ballardini (8). Purtroppo, ultimamente, un po' lo ricorda Stefano da Parma: ha avallato il non mercato di Lotito, lo ha sottoscritto mettendoci la faccia in conferenza. E ora è in totale confusione. Non solo nelle scelte tattiche, risentitelo parlare: «Se avessimo interpretato tutte le gare come Genova, ne avremmo vinte molte». Con due tiri in porta in 90'? Anzi, in 20': al 5' Cataldi, al 19' Mauri, poi il nulla. Tre conclusioni totali nello specchio contro Udinese, Napoli e Genova. Eppure Pioli parla così: «Djordjevic ha disputato una buona gara». Sì, contorcendosi sui difensori rossoblù. Ma un centravanti non dovrebbe mirare e segnare? Filip nemmeno la punta la porta, in area è un palo della luce fulminato. Ora anche il serbo è in discussione: appena 2 gol, un tiro ogni 67'.
RIVOLUZIONE
Cinque gol complessivi per l'attacco sanno di stecca colossale. Sarà automatica la rivoluzione a fine anno: Klose andrà via, in Federazione o altrove, è una scelta sua. Su Matri (tre reti), al momento non c'è la benché minima volontà di riscatto, quindi di sedersi al tavolino con Galliani. Djordjevic dovrà convincere la Lazio, altrimenti anche lui farà una brutta fine: male che vada, preso a parametro zero, per Lotito sarà comunque una plusvalenza. Coi soldi risparmiati dagli ingaggi, il club biancoceleste vorrebbe provare a riportare in Italia Graziano Pellé. L'entourage dell'attaccante del Southampton smentisce, pensa che a Roma non possano permetterselo (guadagna 2,5 milioni), ma Tare in realtà ci sta facendo più di un pensierino. Stesso discorso per Pavoletti, inseguito da Inter e Milan: Preziosi e Lotito ne hanno già parlato, a giugno l'affare potrebbe farsi. E occhio anche al lavoro sotto traccia per Lapadula del Pescara, promesso sposo della Juve, ma ancora lontano dall'altare.
SALVEZZA
A Formello si pensa già al futuro perché questa stagione ormai pare fin troppo compromessa. L'ultimo punto di Marassi sembra buono per una salvezza anticipata, a cui basta poco, sette-otto punti ancora. Magari battendo il Verona domani sera il più sarà fatto. D'altronde, dopo 3 partite consecutive senza segnare (successo tre volte dal 2004 a oggi), la Lazio ha sempre vinto nell'era Lotito. Poco importa che questo appaia come il punto più basso, la società preferisce guardare solo i dati positivi: l'imbattibilità nelle ultime 5 trasferte, seconda solo alla Juventus (8). Peccato che nello score totale ci siano 6 pareggi alla 24esima giornata, quanti tutti quelli dello scorso campionato a fine anno. Oggi mancano ancora 14 turni al gong, eppure a febbraio rischia di squillare già tutto, se dovessero andar male anche i sedicesimi (18 e 25) d'Europa League col Galatasaray.
DOUBLE FACE
Che fine ha fatto la Lazio del terzo posto? Potete ritrovarne le tracce, talvolta, in qualche ripresa di questo campionato: se le partite iniziassero al 46', i biancocelesti avrebbero 37 punti, 2 in meno rispetto alla Fiorentina. Allora sì che si realizzerebbe il sogno del nuovo Milinkovic, confessato agli alunni dell'istituto Deledda: «Giocare in Champions». Invece qui siamo lontanissimi dall'Europa. Se le 24 giornate fossero finite dopo i primi 45', la Lazio avrebbe addirittura solo 24 punti, uno in più rispetto alla zona retrocessione. D'altronde 7 gol segnati nei primi tempi è il dato peggiore dell'intera Serie A. L'anno scorso era stato decisivo dal 25esimo turno il secondo exploit di Felipe, che oggi invece appare depresso. Ma non perché vuole andar via: «Io sono contento qui a Roma. Come si diventa un campione? Dovete a chiederlo a Klose». Di una volta.
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