Lazio, mea culpa di Lotito: «C'è bisogno di emozioni. Peruzzi è qui per questo»

Lazio, mea culpa di Lotito: «C'è bisogno di emozioni. Peruzzi è qui per questo»
di Daniele Magliocchetti
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Venerdì 29 Luglio 2016, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 16:40

LA SOCIETÀ
ROMA Un passo verso i tifosi. Forse il primo chiaro e deciso. Lotito prova a ripartire con una nuova Lazio. Non tanto e solo sul lato tecnico, quanto più dal punto di vista strutturale. E' il giorno di Peruzzi, ma le vere novità, oltre al ritorno dell'ex portiere e all'allargamento dirigenziale, sono più che altro le parole e i toni che usa il patron biancoceleste per presentare l'insediamento dell'ex campione. Forse il primo e sincero mea culpa del presidente da quando dirige la Lazio. «Ci tengo ad essere io a presentare il ritorno di Angelo, una figura fondamentale spiega Lotito -. Dopo dodici anni era giusto che il sottoscritto si ponesse il problema di strutturarsi con persone che hanno fatto la storia di questo club, negli anni abbiamo curato più gli aspetti sostanziali che emozionali. Avevamo bisogno di una persona così. Le sue capacità, il suo carisma e il suo carattere saranno utili al club. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto io e lui, diciamo che si è voluto disintossicare da questo mondo e lo ringrazio per essere tornato a darci una mano». Frasi che hanno colpito e che uno come Lotito non ha mai pronunciato in questo modo. Probabilmente anche lui avverte che il periodo è delicato e serve qualcosa per ripartire, soprattutto per sgretolare il muro del dissenso. Tutto attorno a lui.
LA PROMESSA
Peruzzi mette subito le mani avanti. Angelo, che non nasconde un pizzico d'emozione iniziale, chiarisce subito la situazione: «Non ho la bacchetta magica, non lasciatevi incantare da chi dice che ha la ricetta giusta. Nel calcio non si inventa niente. Bisogna essere persone vere, serie e saper fare il proprio lavoro. Il rapporto tra società e tifosi possono individuarli. Non posso risolvere tutta la situazione. E non posso dire al tifoso che ha da 40 anni la tessera cosa deve fare. Lui mi deve spiegare la Lazio, non io a lui. Però sono a disposizione di tutti. Vorrei solo dire che mi ama questa società deve abbandonare il muro contro muro». Sul suo nuovo ruolo non ha dubbi: «E' la prima volta che farò questo lavoro, probabilmente sbaglierò e commetterò stupidaggini, ma mi impegnerò ventiquattrore ore su ventiquattro. Il presidente voleva farmi un contratto lungo ma io ho preferito un solo anno, anzi per la verità ho proposto ogni tre mesi, ma per adesso va bene così. Poi a fine anno tirerò le somme e deciderò come è andata». Si parte subito per l'Inghilterra e la Germania dove Peruzzi avrà la possibilità di conoscere i giocatori.
CONTRASTI DA LIMARE
Il primo caso Keita non lo spaventa anzi sembra quasi stimolarlo. «E' successo, ho letto che è stato visto pure in tv. E' una cosa che non si dovrebbe mai fare, ma è successo in tutte le squadre del mondo che due ragazzi esagerano. L'episodio è finito. Non c'è una tensione particolare dovuta ad altri discorsi, siamo stanchi perché siamo in preparazione. A volta si esagera con le entrate cattive, ma i ragazzi ripeto si sono chiariti. E' successo tante volte anche quando giocavo io. Io mi metterò a loro disposizione e se sarà necessario, potranno contare su di me anche alle due/tre di notte, non sono il tipo che sta sul collo del giocatori». Oltre a Peruzzi ieri è stato anche il primo giorno del nuovo acquisto Jordan Lukaku. Sono emozionato e non vedo l'ora che si parta sul serio. Sono venuto qui per migliorare anche e soprattutto dal punto di vista difensivo. Sono uno che predilige attaccare. Il mio idolo? Mi ispiro a Marcelo.