La Juve chiama la Serbia no: Milinkovic vede solo la Lazio

La Juve chiama la Serbia no: Milinkovic vede solo la Lazio
di Emiliano Bernardini
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Martedì 10 Ottobre 2017, 07:30
 La Juventus, prossima avversaria e corteggiatrice di vecchia data, i colori della Lazio da difendere e quelli della Serbia che vorrebbe indossare. Eh già perché si continua a far fatica a non vedere Sergej Milinkovic Savic giocare con la sua Nazionale. In realtà è stato così per tutte le gare di qualificazione a Russia 2018, ma ogni volta che non c’è tra i convocati ci si pone l’interrogativo. L’Europa stravede per lui, il ct della Serbia, Slavoljub Muslin no. «È un buon giocatore e sarà aggregato a noi quando sarà pronto», diceva a giugno il commissario tecnico. Da allora Sergej ha giocato, segnato e vinto una Supercoppa con la Lazio, ma sembra non essere ancora pronto. Tanto che ieri era assente nelle sfida contro la Georgia. Un silenzio che continua a fare rumore. Più della boutade, prontamente smentita, secondo cui sarebbe stato pronto a vestire la casacca del Montenegro.
QUEL NO COSTATO CARO
Milinkovic ha giocato con tutte le giovanili della Serbia. Under-18, 19, 20 e 21. Con l’Under 19 si è laureato campione d’Europa, battendo in finale la Francia. Con l’Under-20 addirittura campione del mondo, imponendosi sul Brasile. Eppure la Nazionale dei grandi non riesce a trovare spazio per lui. Il tecnico Muslin è convinto che il centrocampista non sia funzionale al suo gioco. Una follia. La vicenda, in realtà, è molto più intricata. Qualcuno vocifera che il ct e l’agente del serbo, Mateja Kezman avrebbero litigato e per ripicca Slavoljub escluderebbe di proposito il nome di Sergej dalla lista dei convocati. In più ci sarebbe una mancata risposta del centrocampista laziale ad una chiamata dell’Under 21. O meglio, alla partecipazione all’Europeo di categoria svoltosi dal 16 al 30 giugno scorso. Più che un capriccio, Milinkovic avrebbe assecondato le richieste della Lazio in quello specifico momento: Inzaghi voleva averlo al top per la supercoppa italiana. Un no che gli sarebbe costato molto caro. Un no detto anche un po’ a malincuore. Una situazione simile capitò con Felipe Anderson alle Olimpiadi, ma il brasiliano partì lo stesso e vinse la medaglia d’oro. Per un ct Muslin che continua a snobbarlo, c’è un Inzaghi che invece lo idolatra. Sergej è una colonna del suo centrocampo e Simone non ci rinuncia mai. Un amore sbocciato col tempo. Il primo anno, quando il tecnico sostituì Pioli per le ultime sette gare, non lo fece quasi mai giocare. Lo scorso anno ha stregato tutti. I quattro gol in campionato e i tre in coppa Italia non rendono giustizia alla stagione strabiliante del serbo. Che sia 4-3-3 o difesa a tre, Milinkovic-Savic è essenziale per il gioco della Lazio. Piedi sopraffini e fisico da lottatore. Il rinvio di Strakosha è sempre indirizzato a lui. Ha il compito di far salire la squadra, dare battaglia a centrocampo e licenza di segnare.
OK IL PREZZO È GIUSTO
L’ultima perla l’ha mostrata a Verona, contro il Chievo. Una bastonata da fuori area, una bomba da tre come i giganti del basket, il suo secondo sport preferito. Ha un carattere spigoloso e molto spesso risulta spocchioso. Più di una volta Inzaghi e il suo secondo Farris glielo hanno fatto notare, ma non hanno ottenuto l’effetto sperato. Sembra quasi che se la tiri in campo e che giochi con sufficienza. Alle volte è stato anche così. Contro il Napoli è uscito per un fastidio al flessore che lo ha tenuto fuori nella trasferta di Verona. Contro il Sassuolo, invece, ha usato la sciabola più che il fioretto. Si è sacrificato per i compagni, lottando in mediana. Sabato serviranno i suoi centimetri e i suoi colpi di classe contro la Juventus. Già, quella Vecchia Signora che da tempo lo corteggia senza nascondersi. In estate, Lotito ha rifiutato un’offerta da 70 milioni. Il presidente della Lazio vuole prima chiudere la questione con il Genk e poi si siederà ad ascoltare. Nel mercato dei colpi pazzi la prossima estate potrebbe essere lui l’uomo da ok il prezzo è giusto. 
 
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