Lazio, scegliere il modulo giusto: è questo il dilemma di Inzaghi

Lazio, scegliere il modulo giusto: è questo il dilemma di Inzaghi
di Daniele Magliocchetti
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Venerdì 18 Novembre 2016, 10:48
ROMA Un modulo, un dilemma. Proseguire con il 3-5-2 che tanto bene ha fatto a Napoli e anche in altre partite, oppure virare di nuovo sul collaudato 4-3-3 che permette alla Lazio di schierare una macchina offensiva da far invidia a tanti? Simone ancora non lo sa con certezza, ci sta ragionando. E' molto indeciso, forse mai come questa volta. Paradossalmente, il tecnico biancoceleste si fida di entrambi gli schieramenti ed è proprio questo che lo mette un po' in agitazione. La difesa a tre gli dà più sicurezza e, verosimilmente, gli evita alcune noie, come non essere costretto a scegliere chi far fuori tra alcuni suoi prediletti. Il 4-3-3 è il suo assetto preferito, quello con cui si è laureato, con il quale ha lavorato per un'intera carriera giovanile e si è presentato a Formello con la prima squadra. Un totem, insomma.
PICCOLI COMPROMESSI
Il Genoa è da sempre un osso duro, e questo non facilita la situazione. Ieri poi l'allenatore ha ritrovato gran parte della squadra, tranne Biglia che si aggregherà nella giornata di oggi. A Formello non è stato provato granché, ma la sensazione è che Inzaghino, allo stato attuale, possa virare sulla difesa a tre. Gli elementi che portano in questa direzione non sono pochi. Uno di questi è il ritorno di Bastos, una sicurezza per il tecnico laziale. Poi, probabilmente, l'aspetto più importante è che Inzaghi grazie a questo assetto tattico può schierare contemporaneamente Biglia, Milinkovic-Savic, Lulic e Parolo, più Felipe, sacrificato sulla fascia, e in avanti Immobile e Keita. I sette uomini d'oro di Simone, con i quali il tecnico vorrebbe sempre cominciare la partita. Con loro in campo, si sente più sicuro e soprattutto a suo agio. Nella sua testa questi giocatori sono quasi degli intoccabili e, nonostante il 4-3-3 abbia dato garanzie tecniche e tattiche, e dia la sensazione che la Lazio sia più snella e organizzata, l'allenatore preferirebbe non mollare l'assetto a tre. Il dubbio è lecito, anche perché con i tre centrocampisti uno tra Milinkovic, Lulic e Parolo resterebbe fuori e se anche decidesse di avanzare il bosniaco o il serbo, a quel punto a rischiare sarebbe sicuramente Keita. Pure il senegalese un attaccante a cui Inzaghino non vuole rinunciare. Insomma, un bel rompicapo.
LA VOCE DEL CONDOTTIERO
Mentre il tecnico riflette sullo schieramento, sulla Lazio soffia come può Marco Parolo. Il centrocampista prende parola ed elogia tecnico e compagni. «Stiamo facendo una grande stagione ammette a Mediaset Premium -, ma questo non deve farci pensare che possa bastare. Dobbiamo fare di più, cominciando a battere il Genoa. Per noi è troppo importante». Sul tecnico si sbilancia in modo pesante: «Parla con noi e ci trasmette una energia incredibile. Io nasco mezzala, ma se me lo chiedesse per Inzaghi giocherei anche in porta. Non vedo l'ora di tornare in campo e rimettermi a correre per far aiutare i miei compagni. Possiamo aprire un ciclo».
VADO, NON VADO
Modulo a parte, il tecnico può ritrovare il sorriso perché recupera Keita. L'attaccante due giorni fa si era fermato per un piccolo problema al ginocchio, ma ieri si è allenato senza problemi. Il senegalese è concentrato sul campo, il suo agente e la società anche per il futuro. Gennaio si avvicina e, siccome non ci sono novità sul rinnovo anzi, più passa il tempo più la situazione si complica, qualcuno si muove. E' il caso del Milan che con il suo futuro diesse Mirabelli l'altro giorno a Milano ha incontrato Calenda. L'agente di Keita ha fatto sapere che è stato un ritrovo casuale, ma qualcosa si muove. La società rossonera è interessata al giocatore, Montella lo stima parecchio, ma è altrettanto vero che i 25/30 milioni che vuole Lotito difficilmente i rossoneri sarebbero disposti a darli. Si possono creare sinergie, trattative con giocatori, ma anche qui non è facile convincere Lotito. Lui per Keita vuole solo soldi.