Lazio, colloquio tra Inzaghi e il ds Tare ma il rinnovo lo deciderà solo Lotito

Lazio, colloquio tra Inzaghi e il ds Tare ma il rinnovo lo deciderà solo Lotito
di Alberto Abbate ed Emiliano Bernardini
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Mercoledì 24 Maggio 2017, 07:30
Non ti muovere, Inzaghi, non fiatare più. Il piano c’è, le strategia da seguire - con o senza i big - pure. Confronto fra il tecnico e il diesse Tare ieri, dopo l’appuntamento istituzionale al Coni con l’ex mental coach Popolizio. Non c’è ancora l’incontro per la firma sul rinnovo (sino al 2021, a salire, oltre il milione di euro), solo perché Lotito è indaffaratissimo con la Serie B (ancora non c’è il numero legale per l’elezione del presidente) e altre grane (slittata al 5 giugno l’udienza di fronte al tribunale del riesame di Milano sulla questione Infront).

 
La panchina non è in discussione, né da una parte né dall’altra, ma Simone freme per pianificare il futuro (a breve l’ufficializzazione del ritiro di Auronzo dall’8 al 22 luglio) e vuole lavorare il prima possibile con la rosa definitiva. Inzaghi, intanto dopo le frecciate dei giorni scorsi, smorza un po’ i toni: «La società mi è sempre vicina e non mi fa mancare niente, mi ha assecondato in tutto e per tutto». Da stilare anche l’elenco degli epurati e di chi rientrerà dai prestiti: «Non riscatteremo Morrison (a 2,5 milioni, ndr)», ufficializza per esempio il Qpr. E di certo Inzaghi non lo riabbraccerà. Tare lavora anche ad altre uscite: punto della situazione con l’agente Lucci per Djordjevic (in attacco spunta il nome di David Accam, punta dei Chicago Fire), l’altro assistito Murgia sarà un perno dell’anno che verrà come vice-Biglia. Anche se il capitano continua a tergiversare sulla firma, dopo la richiesta del Milan, pronto ad accontentare Montepaone anche sulle commissioni (più di due milioni). 

PAROLE IN SERBO
Toglietegli tutto, ma non Lucas. Inzaghi proprio non ha alcuna intenzione di rinunciare al fulcro del gioco biancoceleste. La permanenza del regista argentino per il mister è persino più importante di quella del pupillo Keita. Forse perché in fondo - contro l’interesse della società, ma non della squadra - il Balde giovane potrebbe comunque restare un anno a Formello. No al Milan, Keita vuole sole la Juve, pronta a prelevarlo a parametro zero nel 2018 con 4 milioni di stipendio. I rossoneri sono disposti a spingersi sino a 20 subito per il suo cartellino, i bianconeri invece adesso giocano al ribasso. E oltretutto Lotito non vorrebbe mai cedere un suo gioiello a chi lo ha ostacolato in Figc. Intanto nessuno tocchi Milinkovic, è incedibile: «Mio fratello è un tifoso della Lazio, dove gioca il nostro Sergej - rivela il campione del tennis Djokovic - che potrebbe diventare il nuovo beniamino serbo. Trovo molto strano che non riesca a trovare posto in Nazionale». Di nuovo solo la convocazione dall’Under 21 serba. Pre-convocati invece dall’Olanda lo squalificato (con Keita e Lulic) Hoedt e il convalescente de Vrij, sempre in odore d’addio fra United, Valencia e Atletico: «Assurdo farlo passare come malato perché è uscito in alcune partite, è pericoloso per la società e il giocatore stesso, che può essere oggetto di mercato», tuona Diaconale, responsabile della comunicazione. Che aggiunge: «La società rafforzerà la squadra e raggiungerà successi ancora più grandi». 

IL MISTERO
Lotito è però arrabbiato per un quarto posto che rischia di sfuggire sul filo di lana (vale oltre 900 mila euro e può essere utile nella ripartizione dei diritti tv). Non sarà facile difenderlo contro un Crotone in lotta salvezza e con una squadra in assoluta emergenza: oltre gli squalificati, ancora indisponibili Marchetti e Lukaku, ieri esami al ginocchio per Parolo, che tenta in extremis il recupero. Ma la formazione sarà comunque da inventare. Strakosha ancora a rischio per l’influenza, possibile bis per Vargic. Prima di domenica sera, l’ultima volta fra i pali, Ivan c’era entrato addirittura il primo maggio 2016 ed era ancora in Croazia. Oltre un anno dopo, eccolo all’esordio italiano disastroso con l’Inter. Ingeneroso addossargli grandi responsabilità: mai protetto dai compagni di reparto, Ivan adesso vuole dimostrare perché è costato 2,5 milioni, prima di partire magari in prestito in estate. A gennaio si era parlato di Palermo, intanto proverà a fermarsi prima. In Calabria, è pronto a parare, Vargic. 
 
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