Lazio, il "sergente" Milinkovic mette tutti sull'attenti

Lazio, il "sergente" Milinkovic mette tutti sull'attenti
di Alberto Abbate
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Lunedì 22 Gennaio 2018, 13:00
Niente fuorigioco, tutto regolare, è Milinkovic illegale. S'arrotola come un circense, spara come un cecchino, s'inventa una doppietta che merita solo un inchino. Che dire di questo genio serbo, non ha bisogno di ostentarlo, il talento. Infinito per il futuro, anche se ogni ora che passa sembra sempre più forte e maturo. Dunque, auguriamoci cento di questi giorni, meglio di oltre 100 milioni. Cento volte Milinkovic, centomila palpitazioni di un unico cuore biancoceleste. Lui lo sfoggia su Instagram e a parole («Un onore aver vestito già così tanto questa maglia»), poi in campo fa a gomitate, passa un attimo l'uncino, et voila capriola e mancino. Sergej pirata di punti, è appropriato quel teschio nuovo tatuato sulla mano, per volare al terzo posto non basta lasciarsi trascinare dal fato. Quel pericolo di morte sarà un monito per gli avversari, era un avvertimento letale al Chievo. Perché anche questa doppietta ai gialloblù costa, in questa stagione vale sempre l'intera posta.
PER LA PRIMA VOLTA
Andata e ritorno, non si è minimamente affievolito il tocco del campione. Anzi, Milinkovic non solo raddoppia, ma triplica. Prima con un colpo da biliardo, poi con una semirovesciata che fa gettare la Nord dalla balconata. Sergej adesso non ci pensa più un attimo a calciare, ma sinora solo in trasferta era riuscito a segnare. Ecco dunque un altro traguardo, non c'era miglior modo per festeggiare. Il diciottesimo e il diciannovesimo gol insieme (più sedici assist) in quasi 7500 minuti giocati fra campionato e Coppe, in 100 presenze e due anni e mezzo di Lazio. Decisiva la sua rete a Verona il 27 agosto per portare a casa i primi tre punti della stagione, ancora più importante questa doppietta per mettere il turbo Champions. Prima d'uscire ecco pure un'ultima giocata, poco centimetri sotto l'incrocio e sarebbe stata ancora più aliena la sua giornata. E' un fenomeno obbligato a regalare bellezza, Milinkovic. E' segnato e segnerà il destino: «Spero che il 20 maggio saremo fra le prime quattro per andare in Champions». Un desiderio che il serbo coltivava già l'anno scorso, ma adesso Sergej tocca un pallone e avvera ogni sogno. Basti pensare alla Nazionale finalmente conquistata, alla Lazio totalmente innamorata. L'importante è che, dopo perle così, altrettanti tocchi meravigliosi e il mondiale in Russia, City, United, Juve, Barcellona e tutta l'Europa non riescano a cambiare i pensieri suoi e di Lotito. Con un gigante così tutto il popolo biancoceleste si sta aggrappando al cielo con un dito.
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