Lazio, sognare non è più un miraggio

Lazio, sognare non è più un miraggio
di Emiliano Bernardini
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Martedì 4 Ottobre 2016, 08:58
Questa Lazio somiglia ad una di quelle giornate d'ottobre a Roma. Quando l'inverno è lì per arrivare ma l'estate non ha voglia di andare via. Il sole è ancora bello caldo e fa spuntare un enorme sorriso sul volto. E' una Lazio che i suoi vent'anni se li porta come si porta un maglione su un paio di jeans. Hanno voglia di divertirsi e di far divertire. Finora, seppur con diverse difficoltà iniziali, ci stanno riuscendo. Stanno portando la Lazio lì dove nessuno immaginava di vederla dopo le prime sette giornate di campionato. Tutti in cerchio, stretti intorno ad Inzaghi che dal cilindro ha tirato fuori un 4-3-3 elastico che di volta in volta si adatta agli avversari che ha di fronte.

VOGLIA DI VINCERE
I risultati sono la medicina migliore per guarire ogni male. L'estate era iniziata nel peggiore dei modi con Simone fatto alzare dalla panchina della Salernitana e fatto accomodare su quella della Lazio dopo che Bielsa, Sampaoli e Prandelli erano saltati. In tanti avrebbero subito il contraccolpo, lui nì. Ha voglia di vincere e di dimostrare a tutti che come tecnico è capace. Orgoglioso com'è ha puntato proprio sui risultati. E' l'allenatore con la media punti più alta della storia di Lotito, 1,78 a partita. Il gioco sta facendo capolino. Le forti critiche lo hanno forgiato. Lui ha incassato da pugile navigato e ora sta provando a rispondere. Successi in trasferta a Bergamo e Udine, pareggio a Verona. In casa ha battuto Pescara ed Empoli. Ha perso contro Juventus e Milan. Un progresso di crescita costante che ha portato fino alla prova brillante con l'Udinese.
 
ABITO ELEGANTE

Ha cucito il vestito migliore per i suoi ragazzi: un 4-3-3 che fa giocare bene tutti. Uno di quegli abiti che con un dettaglio è elegantissimo e con un altro è sportivo. La difesa funzionava bene anche con la linea a tre ma costringeva Anderson ad arretrare troppo. Con i 4 dietro il brasiliano può scatenarsi di più in avanti. De Vrij poi è un pilastro. Con lui tutti giocano bene. Hoedt è diventato più sicuro, Wallace sta imparando e con Bastos, già bravo di suo, formano un muro. E che dire del biondino patinato Patric? Alzi la mano chi non ha provato stupore nel vederlo così sciolto in campo. Lukaku è un cavallo che va educato ma quando si scatena è imprendibile. Ogni giocatore, adesso, si sente parte di un tutto. Ed è questo il segreto principale al di là di numeri e moduli che lasciano il tempo che trovano. L'abbraccio di Keita al generale Lulic prima e dopo la partita di sabato dice molto del clima che via via si sta distendendo nello spogliatoio. Finalmente il discolo senegalese è stato tolto da dietro la lavagna e i senatori, da parte loro, hanno capito che con Balde ci si diverte. Non vedo, non sento, non parlo ma segno sembra dire Keita. E con lo scugnizzo Ciro forma già una coppia da Oscar. Ciak, si gira.

SOGNI DI COPPE
Manca ancora tanto ai titoli di coda di questa stagione ma gli applausi per la Lazio sono già arrivati. Chiedere ai 500 tifosi giunti ad Udine. Era da tempo che non si divertivano così. La classifica è così bella che viene da stropicciarsi gli occhi. Terzo posto in classifica in coabitazione con la Roma, partita con altri obiettivi, col Milan e il sorprendente Chievo. Poco sopra c'è il Napoli distante un punticino. Inutile guardare gli alieni della Juventus, loro fanno un campionato a parte. E l'Inter dell'ex Candreva è dietro di due lunghezze. L'Europa League, se si continua su questa strada, non dovrebbe essere in discussione. Ma il bello è che adesso la Champions non è più quel miraggio d'inizio campionato. E sognare non è mai stato così bello.