Lazio, tre uomini e una squadra: torna l'Europa League e Pioli si aggrappa a Biglia e Candreva

Antonio Candreva in Lazio Verona ( Fotopress )
di Emiliano Bernardini
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Domenica 14 Febbraio 2016, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:26
Biglia, Candreva e Pioli. Eccoli i tre uomini della Lazio pronti al duello. La stagione ha poco da offrire e l'Europa League resta l'ultima chance. Vincerla sembra un'impresa quasi impossibile, ma è vietato arrendersi ai sedicesimi contro una squadra alla portata. «Assalto all'Europa» è il titolo del film che andrà in scena giovedì prossimo a Istanbul. La regia sarà curata da Biglia. L'argentino, il buono, è pronto a dettare i tempi e far girare il pallone alla sua maniera. Non è un caso che quando c'è lui la Lazio si riscopre grande, soprattutto in Europa. Lucas aveva giocato il preliminare d'andata di Champions contro il Leverkusen. In quell'occasione i biancocelesti fecero il fuoco. Il ritorno fu un film dell'orrore. In Europa League, Biglia ha giocato una sola gara, quella con il Saint Etienne, mettendo a segno un gol e un assist. L'argentino aveva fatto di tutto per forzare i tempi e tornare a disposizione già per il match contro il Genoa in campionato, ma medici hanno frenato la sua voglia costringendolo a qualche giorno di recupero in più. Contro il Verona, Biglia è tornato al top. Non ha mai sbagliato un appoggio o un lancio. Nonostante l'enorme lavoro di possesso palla che gli chiede Pioli, l'argentino ha chiuso la gara con 112 tocchi sui 559 complessivi della Lazio e 93 passaggi su 499 generali dei suoi compagni. Tradotto: il 94% di passaggi riusciti.
 
ATTORE PROTAGONISTA

Se la regia è curata da Biglia, il ruolo di attore protagonista è di Antonio Candreva. L'esterno romano, nel bene o nel male, ha fatto molto discutere durante quest'annata. La fascia di capitano, i gol, la Nazionale, il mercato, i suoi comportamenti, sono un mix che ha portato il bell'Antonio sulle prime pagine. Non è un mistero che lo sgarbo dei gradi di capitano abbia segnato una rottura insanabile, tanto che le sirene di mercato lo hanno ammaliato e non poco. Barcellona, Milan e Inter lo osservano e lo corteggiano. Lui strizza l'occhio e intanto pensa alla maglia azzurra. E' praticamente certo di andare in Francia quest'estate per l'Europeo: è un pupillo di Conte. Il Ct gli ha chiesto di dare tutto in questi mesi con la Lazio per poi magari alzare il piede dall'acceleratore a fine stagione. Nove gol messi a segno finora, sette in campionato e due in Europa League. Serviranno le sue migliori sgroppate giovedì nell'inferno dello storico Ali Sami Yen. Ma soprattutto la testa fredda. Non è affatto piaciuto, però, quando ha tirato su la bandiera bianca dopo quel piccolo colpo subito contro il Napoli. La sensazione è che, se avesse voluto, Antonio avrebbe potuto stringere i denti e continuare ad aiutare i compagni. Lotito e Tare non l'hanno mandata giù, così come Pioli.

SOLO AL COMANDO
Il tecnico, non a caso, lo ha escluso dalla sfida contro il Verona. Una scelta punitiva piuttosto che tecnica. Le coccole da qualche tempo hanno lasciato il posto al pungo duro. Stefano da Parma non guarda più in faccia nessuno perché sa bene che il suo futuro alla Lazio passa inevitabilmente dai piedi dei suoi uomini. Un'impresa disperata fino a fine stagione. La sensazione è che la dirigenza abbia già voltato lo sguardo altrove, magari verso qualche sorpresa del campionato cadetto (Juric del Crotone) o qualche rivelazione della massima serie (Di Francesco). Pioli è testardo e non ha la minima intenzione di arrendersi all'ammutinamento di parte dei suoi. Ha deciso, semmai dovesse essere, di naufragare con tutto l'equipaggio. Nessuno escluso.