Lazio, serve la reazione per evitare un tunnel senza uscita

Lazio, serve la reazione per evitare un tunnel senza uscita
di Gabriele De Bari
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Martedì 1 Dicembre 2015, 12:06
ROMA C'è un amore tradito. Quello di un popolo che aveva riposto fiducia, speranze ed entusiasmo in una squadra sparita e senza orgoglio che continua a perdere, deludere e preoccupare. La situazione peggiora, di settimana in settimana, come scandiscono i numeri che diventano sempre più impietosi e una classifica che fa malinconia e comincia a diventare inquietante. Sette sconfitte in 14 giornate, 6 in trasferta, decimo posto, appena 6 punti sopra la linea della disperazione. La Lazio non segna, non sa più vincere e scivola sempre più in basso come se il declino fosse ineluttabile. RESPONSABILITÀ
Molti accusano Lotito di non aver rinforzato la squadra, disattentendo le promesse. Questo è vero ma non può bastare a spiegare una crisi di queste dimensioni che affonda radici lontane. La Lazio, a cominciare dalla sconfitta contro il Vicenza ad Auronzo, ha perso tutte le amichevoli d'estate. Segnali importanti che, senza essere recepiti, sono stati liquidati con troppa superficialità. Da allora qualcuno avrebbe dovuto capire che la situazione era già cambiata rispetto alla passata stagione. Invece tutto è scivolato nella normalità, come sono scivolate le sconfitte in serie di un campionato all'insegna dell'anonimato più assoluto. Nonostante i rinforzi promessi non siano arrivati, l'organico a disposizione di Pioli non è inferiore a quello di squadre che hanno sconfitto la Lazio. Non ci siamo a livello di gioco, di approccio, di personalità, d'impegno. Le parole del tecnico, che continua a parlarsi addosso, sono quelle di una persona in difficoltà e incapace di cambiare rotta. E la squadra in campo rispecchia quasi sempre lo spirito del suo allenatore. Ci sono calciatori importanti che esprimono un rendimento al di sotto delle potenzialità: da Basta e Lulic, da Biglia ad Anderson, da Candreva a Klose.
Lo spartito tattico, sul quale insiste il tecnico, non garantisce più i risultati di un tempo e allora bisognerà trovare alternative. Provare con un nuovo modulo, con altri interpreti, ”inventare” soluzioni che ribaltino un'identità troppo scontata. Di sicuro c'è bisogno di una scossa, altrimenti il crollo sarà verticale. I tifosi non possono rassegnarsi alle sconfitte, a una Lazio fuori rotta e costretta a lottare per posizioni di rincalzo. Chi ama non s'accontenta, chiede sempre di più, a volte lo pretende. Ed è anche giusto. Pioli spesso parla di una realtà che non esiste, qualcuno deve pur dirgielo.
LA DECISIONE
I calciatori si sveglino, capiscano la delicatezza della situazione, meritino lo stipendio, tirino fuori gli attributi, ammesso che li abbiano tutti. E Lotito non può restare immobile ad assistere allo sbando di una squadra che pure gli costa 50 milioni d'ingaggi. Il presidente deve fare il possibile per salvare la stagione, sarebbe imperdonabile se lasciasse scivolare l'ennesima delusione. A questo punto prenda in esame anche un possibile cambio di panchina: ci sono liberi Lippi, Mazzarri, Prandelli, Guidolin e Inzaghi è già tesserato per la Lazio. Valuti con calma e agisca per il bene della società. Alla fine dell'andata mancano 5 turni, la Lazio dovrà affrontare la Juve in casa, Fiorentina e Inter fuori. Occorre guardarsi alle spalle, tergiversare ancora potrebbe diventare pericoloso. Lotito non allunghi la lista dei rimpianti.