Lazio, tutti in piedi per il nuovo Anderson

Lazio, tutti in piedi per il nuovo Anderson
di Alberto Abbate
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Sabato 24 Febbraio 2018, 11:20
Una Felipe nottata: dopo la splendida partita, è sbucato in un noto ristorante dei Parioli per festeggiare insieme ad amici e familiari. Tutti in piedi ad applaudirlo. Quasi commosso, il brasiliano, ha dimostrato d’essere ancora il campione che in molti si erano dimenticati. E, adesso, come si può lanciare il Sassuolo e nascondere questo Felipe? Immobile e Luis Alberto consigliano a Inzaghi di non toccare il 3-4 fantasia, ma è possibile confermarlo a Reggio Emilia? In realtà contro lo Steaua il tecnico ha pure giocato su un turnover mirato, sarà difficile che domani possa lasciare in panchina un’altra volta Milinkovic infreddolito. Per questo adesso Felipe dovrà vedersela di nuovo con Luis Alberto, uscito anzitempo nei sedicesimi di finale, rischia di non avercelo un’altra volta un posto da titolare. Solo crampi di gioia. 

DIFFERENZA
Rinato e confortato stavolta dall’abbraccio d’Inzaghi e di tutto l’Olimpico. Perché, quando gioca così, è impossibile non amarlo. Felipe fa la differenza con accelerate e giocate da urlo, galvanizzato torna quello che regalò già una volta alla Lazio il terzo posto. Quattro gol e quattro assist in 646’ a questo punto della stagione, appena uno in meno del 2015 quando a marzo rimise il turbo per la Champions collezionando al fotofinish 10 reti e 11 passaggi gol. Il brasiliano ora è già a un centro dallo score realizzativo totale dell’ultima annata, quando Inzaghi lo aveva spostato sulla fascia: 13 assist per il quinto posto, ma il morale ne aveva risentito. Felipe in estate aveva chiesto e ottenuto dal mister di giocare più vicino alla porta: lì, prima con l’Udinese – appena rientrato dal lungo infortunio – e poi con lo Steaua, ha dimostrato di non essere soltanto un’arma di scorta. Per questo non gli è andata giù né l’esclusione a Milano in campionato né quella successiva col Genoa dove – al primo rimprovero - è esploso in un vittimismo esasperato. ora è tutto alle spalle. 

COMPLESSO
Non solo da Inzaghi, si sentiva tradito pure da Immobile, Felipe. A luglio Ciro lo considerava il suo partner ideale. Il tradimento con Luis Alberto, Anderson l’ha vissuto proprio male. Ma la verità è che il brasiliano appena vive un minimo ballottaggio, rischia sempre l’autosabotaggio. A quasi 25 anni deve superare questo complesso, altrimenti non farà solo danno alla Lazio, ma anche e soprattutto al suo talento. Dunque a se stesso.
 
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