Lotito: «Sono colpevole solo
di troppo amore per la Lazio»

Lotito: «Sono colpevole solo di troppo amore per la Lazio»
di Daniele Magliocchetti
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Lunedì 10 Marzo 2014, 23:25 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 10:23
Sicuro, concentrato e sempre pronto alla risposta senza alcuna esitazione. Nel momento più difficile e complicato della sua gestione, vista la feroce contestazione, quello che va alla Rai per un faccia a faccia, è un Claudio Lotito che prova ad aprirsi e a tendere la mano verso chi lo contesta, ad essere diverso rispetto al solito. E, seppur non sembri totalmente sincero, perfino pronto ad ammettere diversi errori commessi in questi anni: «Di errori ne ho commessi, potrei dire che sono colpevole di troppo amore nei confronti di questa società e lo dico seriamente perché in questi anni non ho illuso nessuno e non ho venduto sogni».



Tifosi non le credono, non c’è un progetto e non c’è sogno: «Su quello tecnico parlano i fatti, abbiamo il ranking più alto delle squadre più forti e l’anno prossimo porteremo quattro ragazzi della Primavera alla prima squadra. In questi anni invece di prendere in giro o illudere i tifosi ho pensato a rendere più solida questa società. A livello europeo siamo al 41/esimo posto, la Roma è 51/esima».



I motivi della rottura: «Bisognerebbe chiederlo a chi l’ha promossa. Non ho mai contattato la tifoseria per ottenere delle posizioni, quando è stata raggiunta la transazione ho agito in totale trasparenza. Sono il proprietario dal punto di vista civilistico, ma sono un gestore. Non voglio fare la fine della cicala, non faccio voli pindarici. Chi me lo fa fare? Sono un combattente, non un reduce».



La regia occulta dietro la contestazione: «Non lo so, ma probabilmente alcune mie iniziative hanno dato fastidio, dalla rivista, ai negozi etc, cose che hanno occupano spazi di altri».



Se ci fosse un acquirente serio: «A parte il fatto che non ci sono. Ad ogni modo, se venisse un magnate, così come è concepita l’iscrizione al campionato non ci possono essere apporti di capitali da parte della proprietà. E più si andrà avanti, più sarà così».



Uomo di pace: «La mia indole mi porta sempre al dialogo, sono un uomo di pace e sono pronto a parlare sempre con le persone per bene che criticano in modo costruttivo. Ho fatto tante cose che mi hanno consigliato i tifosi, come portare l’aquila a Roma, ad esempio».



Stadio: «Per la realizzazione tecnica ci vorranno tre anni, il problema sono le autorizzazioni, oggi c’è una norma che non consente la valorizzazione. La data non dipende da me ma dalle amministrazioni, se fosse per me domani mattina. Voglio che sia la casa di tutti i laziali».



Olimpico deserto: «Il danno di non venire allo stadio non l’hanno fatto a Claudio Lotito e non solo alla Lazio ma soprattutto all’agenzia delle entrate, visto che nella transazione fatta con il Fisco qualche anno fa, come garanzia c’era l’incasso al botteghino, quindi si crea solo un grande danno allo Stato».



Come finirà: «Io vado avanti e quando dico lascio la Lazio a mio figlio, non vuole essere un senso di sfida, ma solo una garanzia che la Lazio avrà un futuro, nel senso che io mi impegnerò sempre e comunque. Se poi alla fine di questo campionato le cose saranno deludenti, allora verrò giustamente criticato».



Il futuro: «Sono pronto ad acquistare giocatori di livello, abbiamo già preso un attaccante (Djordjevic ndr), ma rinforzeremo in ogni reparto».



Il campionato: «La Juve vincerà lo scudetto e il Napoli arriverà secondo. La Roma? Non lo so».
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