Ciro, bello di papà: Ventura a Skopje si affida al suo figlioccio che nella Lazio è già un leader

Ciro, bello di papà: Ventura a Skopje si affida al suo figlioccio che nella Lazio è già un leader
di Emiliano Bernardini
3 Minuti di Lettura
Domenica 9 Ottobre 2016, 09:30
Esaltandosi con la maglia della Lazio si è preso di forza quella della Nazionale. Nessuno metta in panchina Ciro Immobile. Lo ha capito subito Simone Inzaghi, lo sa benissimo Gian Piero Ventura. Una sorta di papà calcistisco. Biondo, brevilineo e con quel tiro ad incrociare che a qualcuno ricorda Beppe Signori. I tifosi biancocelesti si riempiono gli occhi. Gonfiano il petto d'orgoglio per avere di nuovo in squadra il bomber della Nazionale. C'erano una volta Gigi Casiraghi, Giorgio Chinaglia fino ad arrivare a Silvio Piola. Oggi c'è Ciruzzo come ormai lo hanno ribattezzato da queste parti. Una partenza così forte, forse non se l'aspettava nemmeno lui: quattro gol in sette partite con la maglia della Lazio (uno ogni 154 minuti di gioco), uno contro Israele con quella dell'Italia e poi la prestazione tutta grinta e cuore contro la Spagna giovedì allo Stadium. Stasera sarà di nuovo titolare in maglia azzurra con l'obiettivo di andare ancora a segno.
 
QUESTIONE DI FEELING
Immobile non aveva mai cominciato così bene una stagione, nemmeno nell'annata da incorniciare vissuta a Torino, quando vinse la classifica cannonieri 2013/2014, proprio con Ventura in panchina. Le altre sue annate sono state spesso sporcate da infortuni o da mancanza di continuità dovuta alla grande concorrenza. Quella che ha battuto in fretta alla Lazio prendendosi a suon di gol il posto da titolare. L'intesa con Anderson e Keita, dopo un inizio stentato, ora comincia a funzionare. Ciak, si gira. Il biancoceleste si fonde con l'azzurro tessendo un'unica maglia. Dalla Nazionale alla Lazio e ritorno. Ciro Lazionale. Forse ce l'aveva già scritto nel destino che la maglia dell'Italia dovesse diventare sua. È nato nel 1990, l'anno dei rigori contro l'Argentina nel Mondiale italiano, proprio al San Paolo. Dai campetti di periferia a quelli del calcio che conta, il passo è stato breve. Tutti pazzi per quel folletto tutta gelatina e dribbling. Lotito lo ha convinto a sposare la Lazio proprio nel pre-ritiro dell'Europeo in Francia. «Vieni a giocare con noi?» Gli aveva chiesto il presidente laziale su spinta di Inzaghi. Ci ha pensato su qualche giorno. Poi il sì portafortuna. La Lazio per averlo ha pagato 10 milioni di euro: 2+8 che i biancocelesti verseranno a giugno nelle casse del Siviglia. Il 5 settembre segna in Nazionale, torna alla Lazio e realizza tre gol. Ora questo nuovo exploit tricolore. Inzaghi se lo gode dalla tv mentre studia la formazione che schiererà domenica prossima contro il Bologna.

GIRA IL MONDO GIRA
Vola Ciro e con lui la Lazio. Il tecnico biancoceleste dopo gli esperimenti iniziali ha finalmente trovato il giusto assetto per esaltare le caratteristiche dello scugnizzo di Torre Annunziata. Oltre ai 4 centri ci sono due assist e 13 occasioni da gol create che lo hanno lanciato nella Top 10 della serie A dopo queste prime giornate.

L'INFANZIA DAI SALESIANI
Immobile a chi? Da piccolo si agitava alzando il polverone nel campetto dei salesiani di Torre Annunziata, ora che è grande, ha già girato mezz'Italia ed Europa. Fondamentale in campo e determinante nello spogliatoio. Sempre in movimento. E' un leader Ciro e con i suoi modi ha già conquistato lo spogliatoio della Lazio. «Fa gruppo, si sacrifica e tira la carretta, mi ha sorpreso molto», le parole di Danilo Cataldi, compagno alla Lazio e presto anche in azzurro. «Sono felice perché so che il mister ha tanta fiducia in me. Ho tanta carica e cerco di metterla a disposizione dei compagni» aveva dichiarato Immobile al termine della sfida contro la Spagna. Ora è pronto a ripetersi anche contro la Macedonia. E' un periodo d'oro per l'attaccante biancoceleste. Roma è l'ambiente giusto per lui, ci è arrivato dopo aver fatto esperienza e ora nulla lo spaventa. Nemmeno l'eredità lasciata da Miro Klose: «È giusto che il centravanti della Lazio abbia grandi responsabilità» il ruggito del bomber già idolo dei tifosi laziali. In questo suo exploit di sicuro grande merito ha sua moglie Jessica. Lo segue ovunque e i loro sketch su Instagram sono clickatissimi. I tifosi li hanno rinominati i nuovi Sandra e Raimondo.