Madrid, al fischio finale impazza la festa per le strade

Madrid, al fischio finale impazza la festa per le strade
di Paola Del Vecchio
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Domenica 4 Giugno 2017, 01:18
Orgoglio bianco, Volver a empezar, ricominciare dalla dimensione galattica ritrovata con la dodicesima Coppa di Champions: la vittoria del maggiore torneo continentale per il secondo anno consecutivo, che cancella il tabù dell’impossibile e sigla ‘el doblete’ con il titolo di Liga. Madrid intera tocca il cielo e torna nella stratosfera dell’Olimpo  grazie a Zinedine Zidane. Con un’ondata di gioia liberatoria, migliaia di ‘inchas’ madridisti si sono riversati in strada, sciamando nella Castellana dal Bernabeu, dove in settantamila avevano assistito alla diretta da Cardiff sui maxischermi. I caroselli di auto con i clacson hanno invaso la Gran Via e le strade del centro, per confluire in plaza Cibeles, dove la dea assediata dalla folla attenderà l’arrivo dei campioni merengue, per il rito di ringraziamento, con l’imposizione della sciarpa e i colori del club di Chamartin. C’è molto da celebrare. Da quando la Uefa organizzò per la prima volta nel 1955 la Coppa d’Europa, a quando ha adottato l’attuale denominazione di Champions League, nessun club ha ottenuto più ’orejonas’ del Real Madrid, con il bis senza precedenti nelle ultime due edizioni.
La goleada 1-4 senza consolazione per la Juventus ha riscattato in una sola notte amor proprio, fortezza e arroganza del popolo merengue, che nemmeno le notizie del drammatico finale di partita, rimbalzate da Torino, per la folla in preda al panico in piazza San Carlo, riescono a oscurare. E la festa è appena cominciata. Nella notte, l’attesa degli eroi reduci dall’impresa all’aeroporto di Barajas, di ritorno, assieme alle tante personalità madrileñe che hanno assistito alla finale nel palco di Cardiff. Dal re emerito Juan Carlos, al premier Mariano Rajoy. Il primo autore di una delle sue celebri boutade davanti alle telecamere: “Sono venuto, perché mi ha mandato mio figlio”, ha esordito il patriarca dei Barboni all’inizio della partita, senza chiarire se fosse stato inviato da Felipe VI come sostituto in forza della sua superiorità gerarchica, o perché il monarca regnante, tifoso dell’Atletico, ha preferito risparmiarsi la prevedibile scena del trofeo alle merengues. Il secondo, con una delle sue battute non sempre felici: “Ma se Buffon ha quasi la mia età”, ha ironizzato Rajoy dall’alto dei suoi 62 anni, rispetto ai 39 dell’eroe nazionale. Accanto al premier, la presidente della Comunità di Madrid e il sindaco Manuela Carmena, che questo pomeriggio, a partire dalle 18,30  riceveranno i trionfali Cristiano Ronaldo e compagni con la ‘duodecima orejona’ , alla sede della regione, in Puerta del Sol, e a quella del Comune, in Plaza Cibels, per celebrare con l’intera città l’orgoglio blanco che marca la storia.
 
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