Messi, le lacrime di una campione che non si lega al Mondiale

Messi, le lacrime di una campione che non si lega al Mondiale
di Gianfranco Teotino
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Sabato 23 Giugno 2018, 09:30
Triste, solitario y final. Niente meglio del titolo del romanzo di Osvaldo Soriano, scrittore argentino, può rendere l’idea dello stato d’animo di uno straordinario campione che non riesce a superare il suo ricorrente psicodramma nazionale. Sono asciutte le lacrime di Messi. Non è certo uno che ami esternare le sue emozioni. Mai un gesto fuori misura, mai un’intervista gridata, un uso dei social tutto casa, famiglia e opere di bene, soltanto gli sponsor ogni tanto lo convincono a uscire un po’ dalle righe, come nel caso della recente foto con la capra.

GOAT
Messi è un uomo triste. Altro che Greatest of All Time. Quella goat (capra) pre mondiale gli si sta rivoltando contro. Anche stavolta non ce la fa. A giocare nell’Argentina come gioca nel Barcellona. E’ sempre la stessa storia. Grandi aspettative alla vigilia e poi si sgonfia la squadra intorno a lui e si sgonfia pure lui. Una volta è la cattiva alimentazione, un’altra le nausee psicosomatiche, un’altra ancora l’ansia da prestazione: quella mano sul volto preoccupato, durante l’esecuzione dell’inno prima della partita del tracollo, aveva già fatto capire molto. Poi ci si è messo pure Sampaoli con le sue scelte assurde: una formazione infarcita di difensori all’inizio e di attaccanti alla fine. Con Messi prima emarginato all’ala destra, fuori dal gioco, e poi costretto ad arretrare a centrocampo. Ha provato un solo tiro con la Croazia, contro gli 11 con l’Islanda: sempre con azioni personali. EL PIBE Messi è un uomo solo. «Quando giocavo male io – così lo difende Maradona – c’erano Burruchaga e Valdano. Quando gioca male lui, non c’è nessuno». Però c’è da chiedersi se non sia proprio Messi a non volere accanto giocatori di qualità, ma che non fanno parte del suo cerchio magico: stavolta Icardi, con Dybala e Higuain confinati in panchina… Ammesso che un cerchio magico in squadra ce l’abbia: si è saputo che all’indomati della partita con l’Islanda, in ritiro è stata organizzata una grigliata per fare gruppo e festeggiare la festa del papà (gli argentini la celebrano la terza domenica di giugno): ebbene, hanno partecipato tutti, tranne Messi, rimasto chiuso in camera da solo. LA

PARABOLA
Messi è forse arrivato al finale della sua parabola mondiale.
Domani compie 31 anni, nel 2022 ne avrà 35. La differenza di rendimento fra Barcellona e nazionale è spaventosa: ha segnato 383 gol in 418 partite in Liga (media 0,92) e 100 in 125 in Champions (media 0,80); con l’Argentina soltanto 64 in 126 (media 0,51) e ai Mondiali precipita a 5 in 17 (0,30). Con otto commissari tecnici diversi, la musica non è mai cambiata. Colpa degli argentini, certo, rispetto agli assi con cui gioca nel Barcellona, ma colpa anche sua. Grazie alla Nigeria, però, avrà un’ultimissima possibilità. Sempre che abbia la forza di alzare gli occhi da terra.
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