SENZA PRESSIONI
Dicono i maligni che Montella ha avuto la fortuna di poter lavorare senza la pressione ossessiva che i suoi predecessori subivano da Berlusconi. Almeno finora. Perché intanto Godot non è ancora arrivato. La più sgangherata compagnia di investitori cinesi (cambia componenti ogni volta che c'è da fare un passo avanti) non ha ancora raccolto i soldi necessari. Si parla di slittamento del closing, Berlusconi da una parte lo offre (contando magari di riscuotere poi una nuova penale), dall'altra si rimette in gioco. Peraltro il premier Renzi, certamente bene informato, ieri ha detto di avere saputo che il Milan resterà italiano.
L'ALTERNATIVA
Molto italiano. Il cavaliere infatti ha rispolverato il Piano B. Ha ribadito la sua intenzione, in assenza di capitali di supporto, italiani o stranieri che siano, di sviluppare un Milan tutto giovane e italiano. Le basi ci sono. Sabato sera la squadra che ha servito il poker a Empoli aveva un'età media di 23 anni e mezzo, una rarità in Serie A. In campo c'erano in partenza sette italiani, tre dei quali, Donnarumma, De Sciglio e Locatelli, cresciuti nel vivaio rossonero. Insieme ad altri ragazzi, come Calabria, già pronti per la prima squadra. Ma anche gli italiani, più o meno giovani, comprati da fuori, come Romagnoli, Bonaventura e lo stesso Lapadula, hanno un sicuro o possibile avvenire azzurro. Insomma, il Milan giovane e italiano è già nato. Un giocattolo che Berlusconi ora sembra si voglia tenere stretto. A volte ritornano.
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