Roma, Monchi si presenta: «Convincerò Spalletti a restare e voglio Totti al mio fianco da dirigente»

Roma, Monchi si presenta: «Convincerò Spalletti a restare e voglio Totti al mio fianco da dirigente»
di Gianluca Lengua
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Mercoledì 3 Maggio 2017, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 08:37

«Non mi considero il miglior direttore sportivo del mondo. Mi considero una persona fortunata nella mia carriera come direttore sportivo. Una volta lasciata Siviglia è stata una scelta complicata, ma ho avuto subito le scelte molto chiare. A Roma c’è un margine molto grande di crescita perché abbiamo delle basi. Ci sono enormi possibilità di crescere, entusiasmarci e sognare. Ho parlato anche con il presidente, Mauro e Ricky e qui avrò la possibilità di essere me stesso». Lo ha detto il nuovo direttore sportivo della Roma Ramon Monchi durante la conferenza stampa di presentazione. 

Il futuro. «Non avrò una forte influenza in questa stagione, sono arrivato nel finale della stagione. Sono arrivato pensando maggiormente al futuro, ma questo dipende dal presente. E’ un futuro motivante, stimolante perché ci giochiamo la Champions diretta. Sono a disposizione del club, del gruppo e dello staff tecnico. Mi sento una parte integrante del club. Sulla base del presente costruiremo il futuro».
 
La Juventus. «Sono concentrato sul futuro però mi sto preoccupando del presente e dell’oggi. Conosco il percorso della Juventus, sono ambizioso e positivo ma non voglio vendere fumo. Si può colmare il divario con la Juventus è difficile ma non impossibile, nella rosa attuale attuale ci sono degli ottimi argomenti per il futuro»
 
Il razzismo. «È un tema che mi preoccupa. In Spagna si sta gestendo bene, grazie al contributo di tutti: club, governo, giocatori e tifosi. In Italia si può fare bene, noi addetti ai lavori e voi stampa che dovete denunciare. Un professionista deve uscire dal campo arrivato per aver perso non perché insultato per il colore della sua pelle. Antonio sta soffrendo per questo tema, va protetto lui, ma anche Muntari e tutti gli altri. Siamo nel 2017 e non dovremo parlare di questi temi e con la modestia dell’ultimo arrivato chiedo sostegno, aiuto e prontezza nel segnalarci questi episodi». 
 
Il segreto per vincere. «Non credo ci siano segreti altrimenti cercherei di promuoverli e venderli. Non esistono due club identici, ogni club ha la sua storia. La risposta è il lavoro, ma non è soltanto acquistare un calciatore, ma molto di più. I tifosi meritano che i propri sogni vengano realizzati. Tutti devono aiutare il club e se non andiamo tutti nella stessa direzione non si raggiungono gli obiettivi. I tifosi meritano vedere i loro sogni realizzati e sono qui per aiutare a realizzarli. La direzione verso la quale vogliamo andare è unire tutti, da Pallotta a Monchi per raggiungere lo stesso obiettivo». 
 
Spalletti. «Vi racconto un segreto. La prima volta che sono stato contratto per venire a Roma quella notte ragionando sui pro e contro, l’unico vero contro era complicato lasciare Siviglia. Dei pro ce n’erano diversi e uno di questi era Luciano Spalletti. Avevo voglia di lavorare con lui, è un allenatore molto importante. Cercherò di realizzare questo desiderio. Noi non dobbiamo distrarci, ora sono importanti le ultimi partite. Conservo la speranza che possa restare con noi, io proverò a convincerlo altrimenti fallirò». 

L’addio al Siviglia. «È la prima volta che esco da Siviglia non solo come ds, ma in tutti i sensi. All’inizio si ha paura, perché l’ignoto fa paura, non potevo immaginare un’accoglienza migliore a Roma e tutto questo ha reso più semplice questa traversata. Ringrazio tutti quelli che hanno reso più semplice questa operazione, la partita è iniziata con un vantaggio di 1 a 0. A Siviglia ho trovato ottime condizioni di lavoro, era per me fondamentale ritrovarle in un altro club e sono sicuro che accadrà».
 
Totti e De Rossi. «La voglia e l’interesse di Daniele e la Roma è lo stesso ossia di continuare insieme. Dovremmo essere imbranati per non riuscire a raggiungere questo accodo, l’ho conosciuto ed è un ragazzo fantastico. Su Francesco sono arrivato una settimana fa so che c’è già un accordo che perché lui finisca di fare il calciatore e iniziare a fare il dirigente. Io voglio guardare avanti e chiedo che lui sia più vicino a me, lui è la Roma e se riuscirò ad imparare l’1% che lui sa della Roma mi potrò ritenere già soddisfatto e fortunato».  
 
Baldini. «Io mi sono innamorato della Roma e non di Baldini. Non saprei quantificare quanto ha influito in questo processo Baldini, lui ha ricevuto il mandato da Pallotta per contattarmi».
 
Piano di mercato in base al piazzamento. «In questo momento sto facendo un corso accelerato di italiano, l’accesso alla Champions potrebbe portare molto denaro ma non è tutto. Noi dobbiamo centrare l’obiettivo per il prestigio e per quello comporta per il marchio. La preoccupazione maggiore non è legata al denaro, ma al prestigio. Se non dovessimo riuscirci ci rimboccheremo le maniche».
 
Le plusvalenze. «Quella di Siviglia era una strategia necessaria per lottare per obiettivi ambiziosi. Siamo riusciti a risolvere il problema finanziario facendo plusvalenze, ma è un’analisi parziale perché abbiamo avuto anche successi sportivi. Qui seguiremo la strategia migliore per vincere, il problema maggiore non è vendere, ma comprare. Insieme lavoreremo per raggiungere i successi. Infine rispondo con una domanda: credete che io sia venuto qui lasciando casa mia a Siviglia per non vincere?»
 
Gli incedibili. «Da manuale posso dire che ci sono giocatori incedibili. Non sono qui per vendere fumo e vi dico che non esistono giocatori incedibili. Non è che la Roma dovrà vendere, ma analizzerà tutte le offerte che arriveranno, non abbiamo un cartello appeso al collo dove c’è scritto “si vende”». 
 
Il metodo Monchi. «Rischierei di essere troppo lungo, magari in un’intervista a tu per tu spiegherò tutto». 
 
Kessie e la tipologia di acquisti. «Ramos non è stato acquistato, ma è un prodotto del Siviglia. A me piace lavorare con i giovani ma non è un’ossessione. Io voglio comprare giocatori con due caratteristiche: che siano forti e bravi, e che abbiano fame di vincere, voglia ed entusiasmo. Kessie? Ottimo calciatore che la Roma segue, sul quale ha ottime referenze. È una possibilità, vedremo cosa succederà: siamo agli inizi».
 

 
 

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