Lazio, Morrison scappa dopo una lite con Radu

Lazio, Morrison scappa dopo una lite con Radu
di Alberto Abbate e Emiliano Bernardini
3 Minuti di Lettura
Sabato 28 Novembre 2015, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 16:16
La vittoria in Europa League ha riportato qualche sorriso dalle parti di Formello. Pioli ha ordinato un rompete le righe ma nel quartier generale biancoceleste non sono certo tutte rose e fiori. La situazione in campionato resta grigia e la trasferta di domenica ad Empoli non è una delle più semplici da affrontare. «Siamo un gruppo unito», si sono affrettati a ripetere in coro i senatori biancocelesti. Qualcosa in più si è visto nella gelida serata di coppa, forse grazie anche al fatto che qualche problema è stato forse risolto. Non è passata certo inosservata la fuga di Morrison di giovedì mattina. L'inglese ha preso un aereo destinazione Londra senza alcun permesso della società. Chiara a questo punto la rottura definitiva con il club. E anche con quasi tutti i componenti dello spogliatoio biancoceleste.

MOTIVI
La causa che ha portato alla ”fuga” va ricercato nell'allenamento di mercoledì, vigilia della partita di coppa. Morrison è sceso in campo con la consueta flemma che lo ha contraddistinto in tutta l'avventura laziale. Perché ha la testa altrove e si vede. La cosa non è andata affatto giù ai senatori che nel silenzio dello spogliatoio glielo hanno fatto notare. Radu, che si sente capitano in pectore essendo tra i più anziani, glielo ha detto a brutto muso e i due sono venuti quasi alle mani. A fare da paciere Candreva che li ha divisi ristabilendo la quiete prima che la situazione degenerasse. Positivo che sia stato proprio Antonio a ristabilire gli equilibri, lui che nei giorni scorsi era stato più di tutti sul banco degli imputati. Ha meditato e ora rema per il gruppo. Ravel, invece, ha capito che la sua avventura è ormai giunta al capolinea e così e volato via. Ultimo colpo di testa di una carriera con più out che in.

FALLIMENTO
Morrison era arrivato in estate a Roma, una scommessa del ds Tare che aveva creduto fortemente nella voglia di riscatto del funambolo classe '93. Tanto da fargli firmare un quadriennale a 700mila euro (più bonus) a salire. Alla faccia dei parametri comportamentali, persino il moralista Lotito era rimasto inghiottito dal suo talento indiscusso. Che aveva disorientato Ferguson: «Mi disse, "guarda quel numero 7 in allenamento, è il miglior giocatore che abbia mai visto". Aveva solo 14 anni e spiccava rispetto a tutti gli altri. A 16 anni già era con la prima squadra. Pagherei anche solo per vederlo allenarsi...». Parola della leggenda british Rio Ferdinand. Uno che lo ha visto crescere, esplodere, bruciarsi e rialzarsi. Era fuggito in Italia, Ravel, alla Lazio pensava di cambiar vita. Invece il pregiudizio è universale. Sembrava un altro, in estate ad Auronzo. Pioli era pronto a lanciarlo, adesso è il primo a lamentarsi di uno scarso impegno: «Non ha ancora imparato una parola d'italiano». Tradotto: Morrison non si sforza di rendersi la vita più semplice, non dimostra di volersi prendere la Lazio. E così è rismasto solo negli isterismi di un gruppo alla costante ricerca di se stesso. Londra sempre in testa, Ravel ha vissuto con nostalgia i suoi mesi biancocelesti. Non più tardi di un mese fa aveva twittato un malinconico «January» alludendo al mercato di gennaio e alla sua voglia di cambiare nuovamente aria. Recenti invece I video postati su tutti i suoi social in cui si vedono tifosi del West Ham che cantano e l'in bocca al lupo agli Hammers. L'ultimo cinguettio velenoso è proprio di mercoledì: «Prendi lentamente le distanze dalle distrazioni». Tanto lentamente che lui ha preso il volo.