Napoli, De Laurentiis: «Il var è benedetto, ci sarà più onestà»

Napoli, De Laurentiis: «Il var è benedetto, ci sarà più onestà»
di Massimo Caputi
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Venerdì 6 Ottobre 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 15:50
Aurelio De Laurentiis è da poco rientrato dall’America. Determinato come la sua squadra, consapevole di aver costruito un Napoli forte e competitivo, ha le idee molto chiare su ogni aspetto tecnico e politico del calcio.
Sorpreso nel vedere il Napoli primo in classifica?
«Non mi sorprende, ma non mi fa esaltare più di tanto perché sappiamo che la verità si conoscerà alla fine di marzo»
Rispetto agli anni scorsi però si parla di scudetto senza arrossire
«L’anno scorso, dopo l’infortunio d Milik, si è perso del tempo prima di scoprire la soluzione Mertens. Quel periodo ci è forse costato la corsa per il titolo»
Sfortuna vuole che Milik si sia infortunato di nuovo.
«Quest’anno il problema si è riproposto con un mese d’anticipo. In estate sono stato previdente acquistando Inglese dal Chievo. A fine gennaio valuteremo. Milik comunque recupererà prima rispetto la stagione scorsa».
Nulla dunque pregiudica la corsa verso lo scudetto?
«Non dobbiamo pensare solo a quello che faremo noi. Ci sono anche gli altri. Ad esempio mi ha sorpreso favorevolmente la capacità di Di Francesco nell’essere subito pronto ad allenare in una piazza esigente come quella di Roma. Nonostante la cessione di giocatori importanti come Salah e Ruediger ha dato in poco tempo identità e duttilità tattica alla squadra».
Come nasce l’idea di confermare in blocco il gruppo dell’anno scorso?
«È partita alla fine del campionato scorso quando la società, in sintonia con il tecnico, ha considerato che questa rosa avesse delle grandi potenzialità da esprimere. Abbiamo iniziato con i rinnovi di Albiol, Callejon e Koulibaly, e poi subito aperto le trattative per i contratti di Mertens e Insigne».
Cosa è scattato realmente nei calciatori?
«Questo torneo non è che la coda della secondo parte dello scorso campionato dove abbiamo fatto meglio di tutti. Quindi, confermando la rosa e migliorandola con Mario Rui e Ounas, è normale che si siano convinti di poter fare grandi cose».
Com’è andata con Reina?
«Molto semplice: tutto si è bloccato quando il suo agente mi ha chiesto tre anni di contratto. L’età ha il suo peso. Vediamo, valutiamo il suo rendimento. C’è sempre tempo per fare i contratti. Avrei preso Szczesny ma non voleva venire a fare il secondo a Reina».
Senza il Var la Juventus avrebbe gli stessi vostri punti. Come giudica la tecnologia nel calcio?
«Il Var va benedetto, ha già sanato più di una situazione e i giocatori dovranno esser più onesti, visto che le simulazioni non serviranno a nulla. Contesto chi afferma che allunghi i tempi della partita. La tecnologia al contrario ha velocizzato il gioco. Sapendo che c’è il supporto tecnologico gli arbitri fischiano meno, e poi quel minuto e mezzo di stop fa riprendere fiato e riordinare le idee a calciatori e tecnici».
Non trova che nella Juventus ci sia un pò di nervosismo? Colpa del Var o della partenza bruciante del Napoli?
«Il Napoli è partito coerente con quello che aveva fatto e seminato. Anche io mi preoccuperei se mi trovassi come la Juventus ad aver conquistato sei scudetti consecutivi. Non puoi vincere sempre, e poi nella squadra di Allegri sono partiti giocatori importanti che in un anno puoi anche compensare, ma alla lunga si possono far sentire. Penso a Pirlo, Pogba e ora a Bonucci».
Tutti applaudono Sarri e tanti club gli hanno messo gli occhi addosso. Ha paura di perderlo?
«Sarri l’ho voluto io e ricevetti tante critiche quando lo presi. E’ un tecnico che ha un enorme pregio: non è un rompiscatole. È arguto come lo sono i toscani, una persona con cui puoi parlare di tutto, non solo di calcio. E’ cresciuto molto. In questi anni sta accumulando un’esperienza tale che sono convinto nel prossimo futuro si divertirà a variare moduli e soluzioni. Nessun timore di perderlo, spero che Maurizio rimanga con noi per altri dieci anni, altrimenti ce ne faremo una ragione e sceglieremo un altro tecnico ».
Come vede il calcio italiano e il suo sviluppo economico?
«Sono molto preoccupato dai limiti e dalla burocratizzazione che impediscono la crescita del nostro calcio. Il Ministro dello Sport dovrebbe intervenire, l’asta sui diritti tv dovrebbe essere libera, non com’è impostata ora da Infront. Aumenteremmo gli introiti».
Favorevole a ridurre il numero di squadre in Serie A?
«Questo campionato non è veritiero, basta vedere numeri e risultati. C’è troppa sproporzione tra alcune formazioni e le altre. Non è possibile vedere squadre che salgono e scendono da una serie all’altra per avere i soldi del paracadute inventato da Lotito per ingraziarsi i club di Serie B. E’ il momento di cambiare registro e guardare al futuro con managerialità».
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