Della serie: non potrò (ri)diventare presidente della Fifa? Bene, allora non potrà farlo neppure il presidente dell’Uefa. Blatter è nel mirino di mille nemici, compresi gli sponsor Coca Cola, Visa e McDonald’s, ma ha (ancora) un mare di amici. Pronti a gettarsi per lui nel fuoco. Ecco perché non esagera chi ipotizza che il prossimo 26 febbraio, giorno dell’elezione del nuovo presidente, il candidato forte, per non dire favorito, sarà un uomo di fiducia del Colonnello. Tanto per capirci, del resto, la presidenza ad interim della Fifa è stata presa da Issa Hayatou, compagno di merende di Blatter, che ha ammesso candidamente di avere ricevuto in passato tangenti e che è sotto inchiesta in un’altra indagine. Roba da signori veri, insomma.
URBI ET ORBI
Un altro consiglio, adesso: andateci piano prima di dire che Platini ha terminato la sua carriera di dirigente mondiale. Troppo furbo, e potente, anche il francese per non aver valutato nei tempi giusti l’attacco del suo nemico Blatter. Ecco perché, assolutamente non a caso, Le Roi poco prima di ricevere la scomunica da parte del Comitato Etico (istituito da Blatter...) aveva con mirabile tempismo annunciato urbi et orbi la sua candidatura per il prossimo 26 febbraio nonostante accuse, scandali e frecciate varie. Una candidatura, confermata post stop, con tanto di pezze d’appoggio firmate e controfirmate.
Lo squalificato Platini ora ha a disposizione il giudizio di secondo grado e il ricorso al Tas di Losanna per vedersi riabilitato da un punto di vista formale, perché nella sostanza lo stop di 90 giorni non gli tarpa la ali nel volo verso il vertice della Fifa. Fatevi un po’ di conti e ve ne renderete conto. Inoltre, la sua candidatura dovrà essere valutata nel merito dalla Commissione elettorale della Fifa, dove i falchi e le colombe spesso mangiano insieme. La sensazione, insomma, che la guerra tra il Vecchio e il Nuovo, oggi dati per spacciati, sia appena cominciata.