Si parte con Messi e Neymar grandi protagonisti delle proprie nazionali, entrambi capitani con il numero dieci sulle spalle. Sembra, quindi, definitiva la scelta di Dunga di responsabilizzare il talento del Barcellona in assenza di Thiago Silva. Al momento della sua sostituzione con Robinho, la fascia di capitano torna per pochissimi secondi sul braccio di Kakà, nuovamente con la maglia della Seleçao. Messi, invece, dopo i primi venti minuti, si fa notare soprattutto per un rigore sbagliato. La conclusione del «rosarino» è abbastanza centrale e Jefferson difende l’1-0 al 40’ del primo tempo.
Il match inizia nel segno di un possesso palla gradevole e deciso dell’Argentina di Tata Martino. L’albiceleste sfiora il vantaggio già al primo minuto con Aguero, poi si mantiene nella metà campo avversaria approfittando della disorganizzazione dei verde-oro. Dunga intuisce la fragilità, si copre ulteriormente e guadagna metri. Al 27’ arriva il vantaggio di Diego Tardelli, in un ottimo momento di forma anche con l’Atletico Mineiro. Oscar lo serve dalla destra, Tardelli aspetta la respinta corta di Férnandez, arretra di poco e conclude al volo incrociando sul palo lontano. Il Brasile guadagna fiducia e mostra un gioco migliore dell’Argentina. Al 18’ della ripresa si ripeta l’asse Oscar-Tardelli: il primo batte il calcio d’angolo, David Luiz sfiora appena e Tardelli di testa batte nuovamente Romero. Neymar solleva al cielo (inquinato) il primo trofeo di Dunga, mentre il tecnico festeggia la vittoria di una nazionale che comincia ad essere veramente sua: un mix di vecchie glorie e talenti, che per ora sembra funzionare.