La Roma è ai quarti di finale di Coppa Italia e stasera conosce l'avversaria, la vincente di Fiorentina-Atalanta da ospiare il prossimo 3 febbraio. Il risultato dell'Olimpico, 2 a 1 ai supplementari contro l'Empoli, non nasconde la figuraccia di Garcia e dei giocatori. I fischi dei 12.000 tifosi giallorossi, a qualificazione ottenuta, sono la bocciatura per la prova scadente di questo gruppo ormai senza identità. Per andare avanti, tra l'altro, serve il rigore dell'arbitro Di Bello, omaggio di fine serata: Zieliski entra sul pallone e non su Paredes. Domenica sera, al Franchi, comincia il girone di ritorno: appuntamento contro la Fiorentina dell'ex Montella. Lì servirà altro. Carattere e gioco, pirma di tutto. Per non inciampare ancora nella corsa scudetto: la Juve è già avanti 5 punti.
LEZIONE TATTICA
Nella sera in cui ritrova il successo in casa (l'ultimo il 30 novembre contro l'Inter) e il gol di Iturbe (non faceva centro dal 5 ottobre), la Roma conferma tutti i suoi attuali limiti fisici e psicologici.
POCHI PROMOSSI
Il flop coinvolge gran parte degli interpreti: timido Maicon, indeciso Yanga Mbiwa, superfluo Pjanic, disastrosi Astori (gol regalato a Verdi che gli scappa in contropiede) e Destro (troppo impreciso come finalizzatore). Skorupski si riscatta solo alla fine del secondo tempo supplementare. Finalmente Iturbe si accende e fa vedere il suo potenziale: terza rete stagionale (ha fatto centro nelle 3 competizioni). Holebas almeno ha personalità e corsa. Come Nainggolan. De Rossi ci sta con la testa: rigore trasformato nela notte da brividi.