Ma quello del Bayern Monaco, anche se il club bavarese è il più generoso in assoluto non è certo l'unico esempio di società calcistiche che, in Germania, si stanno mobilitando per l'accoglienza ai migranti e per favorire l'integrazione. La stessa nazionale campione del mondo ha girato un video, con Jerome Boateng, Ilkay Gundogan, Bastian Schweinsteiger, Mesut Ozil e Tony Kroos, per promuovere il rispetto e la tolleranza. Il Magonza invece ha invitato 200 migranti alla sua partita di sabato scorso, e ne porterà sugli spalti altri 400 in occasione del suo prossimo match in casa, il 18 settembre.
Cinquecento i tagliandi distribuiti gratuitamente agli immigrati dall'Arminia Bielefeld, squadra del torneo cadetto: sono andati esauriti in nemmeno due ore. C'è poi il Borussia Dortmund, club della Ruhr che lotta da anni contro l'estremismo e le tendenze neonaziste di una piccola parte della sua tifoseria e che, dopo aver promosso la campagna «No Beer for Racists» riserva ai migranti una piccola quota di biglietti, e diffonde sul proprio sito messaggi che confutano la tesi che la Germania non possa più accogliere persone provenienti da paesi in guerra o dove sono in atto persecuzioni religiose o razziali. «La Germania è uno dei maggiori e più ricchi paesi d'Europa - c'è scritto sul sito del Borussia -, e se si fanno le percentuali fra richieste d'asilo ed estensione territoriale, in realtà il nostro paese è al decimo posto in Europa». Ma c'è stato anche chi, come il Babelsberg di Berlino ha fondato una seconda squadra per farvi giocare esclusivamente immigrati: si chiama Welcome United, e da quest'anno partecipa al suo primo campionato ufficiale, nelle serie dilettantistiche tedesche.
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