«E' stata un'annata molto difficile, del resto abbiamo vissuto un 2013 straordinario dove abbiamo vinto il campionato con 18 punti di vantaggio, la Champions League e giocato il Mondiale per club. Quest'anno abbiamo pagato in termini di attenzione, di fame, siamo usciti in Champions contro una squadra alla nostra portata e abbiamo vinto il campionato ma con più fatica, anche perché sono cresciute le altre squadre».
Il paragone con Antonio Conte in azzurro. «Oggi anche le Primavere vanno in campo con tanti stranieri. Conte può scegliere su un 35% di italiani mentre quando allenavo io ero il 65%. Fondamentale per il futuro della Nazionale sarà la qualità del gruppo che il ct riesce a creare, i giocatori devono sentire di far parte di un progetto importante e mettere le proprie qualità al servizio della squadra. Quando costruisce un gruppo così sei sulla buona strada ed è più facile trasformare tutto ciò che arriva dall'esterno in energia positiva, come è successo a noi prima del Mondiale in Germania».
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