Mondiale per club, ecco la finale: Ancelotti
contro il San Lorenzo per incorniciare il 2014

Mondiale per club, ecco la finale: Ancelotti contro il San Lorenzo per incorniciare il 2014
di Benedetto Saccà
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Venerdì 19 Dicembre 2014, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 19:16
Il duello sembra non avere storia ma di certo varrà per...la Storia. Al Real Madrid di Carlo Ancelotti, del resto, domani sera basterà sfarinare la friabile opposizione degli argentini del San Lorenzo nella finale di Marrakech per laurearsi campione del mondo. Sud America, insomma, contende lo scettro del comando del pallone all’Europa: evidentemente la finale mondiale fra l’Argentina e la Germania non è accaduta per caso, a luglio.



A ben pensarci, le due formazioni arriveranno alla sfida del Grand Stade dopo aver percorso sentieri divergenti. Perché il San Lorenzo, la squadra amata da papa Francesco, ha rimbalzato sui semi-professionisti neozelandesi dell’Auckland City nelle semifinali, rischiando perfino di rotolare fuori strada ai supplementari, mentre il Madrid sfreccia solenne ad altitudini celestiali, reduce da 21 (sic) vittorie consecutive, coppe comprese. Giusto per intendersi, gli spagnoli hanno centrato 50 successi e cinque pareggi nelle 62 gare giocate durante il 2014, firmando addirittura 176 reti (2,84, il passo medio) e subendone appena 41 (0,66). Se mai ce ne fosse stata l’urgenza, l’ultimo acuto, il poker calato martedì al cospetto del Cruz Azul, ha illuminato lo smisurato corredo tecnico e tattico dei campioni d’Europa, maestri di una forza, di un talento e di una potenza calcistica impressionanti. Non fosse stato per il cambiamento della designazione arbitrale, planata dal portoghese Proença al guatemalteco Castellanos per un olimpico principio di «prossimità continentale» invocato dal San Lorenzo, la vigilia marocchina della partita sarebbe scivolata via senza lasciar scie polemiche.



Ma non è tutto. Fra le pieghe di queste ore affiora, lieve, la vera sfumatura che finirebbe col foderare il trionfo del Real Madrid. Non è una questione di titolo, perché sappiamo che la Champions ha un peso e un’aura superiori. Non è un affare legato all’avversario, dato che il San Lorenzo ha mostrato tutte le proprie crepe e certo non è il Barcellona. Non è neppure uno sfizio, buono magari per acciuffare il Milan e il Boca Juniors nell’albo d’oro complessivo a quota 18 trofei. È allora, piuttosto, una faccenda che abbraccia, come si diceva, la Storia. Il Mondiale per club, come prima la coppa Intercontinentale, ha sempre recato in sé un tratto particolare: contare poco durante il suo svolgersi ma brillare in eterno nella bacheca del vincitore. Nel 2014, il Madrid di Ancelotti ha conquistato la Champions, perfino la decima, la Copa del Rey e la Supercoppa Europa, d’accordo, eppure ha bisogno ancora di un ultimo e definitivo timbro, di un suggello e di un sigillo che ne certifichino la grandezza e la consegnino alla galleria del mito. «Vogliamo il Mondiale per concludere un anno indimenticabile nel modo migliore», ha sussurrato Carlo. Un anno di Storia: stavolta con la maiuscola.