Tor di Valle, l'iter si arena in Regione
piano parziale e tempi lunghi

Tor di Valle, l'iter si arena in Regione piano parziale e tempi lunghi
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 29 Luglio 2015, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 13:34
Il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle si arena sulla via della Pisana. Negli elaborati presentati lo scorso 15 giugno dai privati ci sono troppe carenze. In Comune, l'assessore Caudo, ormai l'ultima manica di Sel all'interno della giunta, aveva provato ad aggirare l'ostacolo, decidendo di inviare comunque le carte alla Regione, pur segnalando la mancanza di alcuni documenti fondamentali. Ieri però la giunta Zingaretti non ha potuto far altro che registrare di aver ricevuto solo «i primi materiali del progetto». Il messaggio è chiaro: fino a quando non ci saranno tutti gli elaborati previsti dalla legge, non potrà essere convocata la conferenza dei servizi decisiva e di conseguenza non potranno scattare i 6 mesi di tempo entro cui questo organismo deve dare un parere sul progetto (che poi dovrebbe comunque tornare in Campidoglio per l'eventuale firma della convenzione urbanistica). Al momento quindi tutto l'iter é bloccato. Perché la Legge sugli stadi parla chiaro: la conferenza dei servizi puó partire solo con il «progetto definitivo».

ATTI MANCANTI
Nei sette scatoloni consegnati un mese e mezzo fa da James Pallotta e dal costruttore Parnasi invece mancano tanti documenti chiave, previsti dal Dpr 207 del 2010 e da una serie di delibere comunali. Senza quelli, il progetto non può essere considerato completo e il procedimento viene congelato. Nella memoria votata ieri dalla giunta regionale infatti si parla solo di «organizzazione degli uffici» per esaminare un progetto che viene definito «di grande complessità». Al momento l'unica cosa che può fare la Regione è istituire «un Ufficio di scopo presso la Direzione regionale Urbanistica a cui attribuire la responsabilità del procedimento. E sarà istituito anche un gruppo di lavoro interdirezionale». La convocazione della conferenza dei servizi invece potrà essere sbloccata, a norma di legge, solo se e quando i privati avranno tutte le carte in regola.

LE CRITICITÀ
Le carenze al momento non sono poche, basta pensare a tutte le falle messe in evidenza dalla relazione dei tecnici del Comune. Un dossier durissimo che ha bocciato il piano parcheggi, la messa in sicurezza della via del Mare e soprattutto il prolungamento della Metro B fino a Tor di Valle, uno dei pilastri di tutto il progetto di Pallotta e Parnasi. Per non parlare dei rischi idrogeologici dell'area dove i privati vorrebbero tirare su, accanto allo stadio, una colata di cemento da quasi un milione di metri cubi destinata a negozi, uffici, alberghi e ristoranti. L'«ecomostro», come lo ha chiamato Legambiente, il vero cuore commerciale dell'operazione, che rappresenta l'86% delle cubature previste. Mancano poi una serie di atti che possono sembrare tecnici ma che sono fondamentali: non c'è traccia per esempio del «computo metrico estimativo» delle opere pubbliche, un atto indispensabile perché quantifica tutti i lavori previsti, i materiali e i costi. Non figurerebbe neanche il piano particellare dei terreni dove dovrebbero essere realizzate le infrastrutture, mancano i sondaggi geologici delle aree da espropriare, e il rapporto sul contenimento dei consumi energetici delle costruzioni private, previsto dalla delibera comunale 48 del 2006. Anche per questo l'amministrazione regionale ha anche deciso di puntare tutto sulla trasparenza: «Si è deciso di sviluppare un portale web open data – ha spiegato il governatore Zingaretti - come elemento di conoscenza per tutti i cittadini e che servirà anche per la comunicazione istituzionale».