Stadio Olimpico: «Curve divise»
è pugno di ferro con gli ultrà

Stadio Olimpico: «Curve divise» è pugno di ferro con gli ultrà
di Marco De Risi e Stefano Sofi
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Mercoledì 29 Luglio 2015, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 13:37


Curve divise a metà da un ampio corridoio centrale sorvegliato da due schiere di steward appositamente formati; allargamento dei passaggi a ridosso delle barriere tra distinti e curve; riduzione complessiva dei posti a sedere (sia nelle curve che nei distinti) che passano da 8.700 a 7.500 (con gli abbonamenti già venduti). E, soprattutto, potenziamento del prefiltraggio dei tifosi in ingresso attraverso nuovi corridoi che porteranno direttamente al settore per il quale si possiede il biglietto, senza alcuna possibilità di deviazione.

Si chiama «Modello organizzativo per la sicurezza degli incontri di calcio» ma significa: basta con la violenza ultras all'Olimpico. Il questore Niccolò D'Angelo rassicura: «Nessuna militarizzazione ma - chiarisce - bisogna cambiare mentalità, così non si può continuare. Mentre nel resto d'Italia gli scontri tra tifoserie con feriti sono calati del 20 per cento, a Roma la tendenza è stata inversa. Inaccettabile».

LE CURVE

Solo corridoi sorvegliati, però. Niente barriere metalliche fisse a dividere le curve: l'ipotesi, che ha suscitato nei giorni scorsi forti polemiche (il presidente del Coni, Malagò, si era detto contrario) e che avrebbe potuto causare problemi con la Uefa, ha lasciato il posto alla possibilità di installare comunque barriere amovibili qualora specifiche criticità lo dovessero far ritenere necessario. Ieri mattina all'Olimpico la prima riunione operativa: insieme ai membri del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, (Prefetto, Questore, Comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri) il direttore marketing del Coni, Diego Nepi, e i rappresentanti di Roma e Lazio, per verificare la congruità del progetto.

Preoccupano i tempi stretti (già il 14 agosto l'amichevole Roma-Siviglia, in ballo anche la partita di Champions della Lazio). Ma tutto, o buona parte, dovrà comunque essere pronto prima del fischio d'inizio del campionato, il 23 agosto con Roma- Juve (e si discute se lasciarla alle 18 o anticiparla). Il quadro preciso dei lavori si avrà lunedì prossimo, con un nuovo tavolo tecnico per stabilire i vari step e dunque le priorità.



IL PREFILTRAGGIO

Che, da precise disposizioni del Comitato provinciale, va data senz'altro alle curve. La logistica più impegnativa riguarda la creazione dei corridoi esterni che, dopo il prefiltraggio, dovranno portare direttamente ai settori. Tempi meno rigidi (ma non biblici) per i nuovi tornelli biometrici, mentre saranno potenziati da subito gli impianti di videosorveglianza, interni ed esterni. Il vantaggio di tutto ciò è, almeno sulla carta, evidente: controlli più efficaci all'ingresso, niente contatti tra schieramenti opposti e impossibilità di “infiltrarsi” tra gli avversari. Sebbene l'agibilità dello stadio Olimpico sia regolare, il piano illustrato ieri dal Questore - ma già annunciato nei giorni precedenti dal prefetto Gabrielli - porterebbe ulteriori vantaggi anche in termini di sicurezza interna: sarà vietato, ad esempio, sostare sui ballatoi o affollarsi sulle “balconate” delle curve per guadagnare migliore visibilità



GLI STEWARD

A sorvegliare il rispetto delle nuove regole ci sarà un esercito di steward più adeguato rispetto a quello utilizzato fin qui dalle società. Già. «A fine campionato abbiamo aperto una indagine per mancati interventi su otto steward» ha rivelato il questore. Vale a dire, tifosi che scavalcavano da un settore all'altro davanti agli occhi di chi avrebbe dovuto impedirglielo e invece ha fatto finta di niente. Arruolamento e formazione degli steward saranno a carico delle società così come i costi dei lavori previsti. La direzione tecnica è a carico di Coni-Servizi che si sta già muovendo. Sarà la volta buona per far registrare finalmente una inversione di tendenza? La situazione romana ha assunto ormai dimensioni e caratteristiche da emergenza. Nella scorsa stagione calcistica sono stati 184 i Daspo emessi dalla Questura rispetto agli 80 del campionato precedente.



LE VIOLENZE

Dei 184 Daspo, 98 riguardano il primo semestre di quest'anno e 70 sono stati notificati solo nel mese di luglio (si riferiscono all'ultimo derby capitolino). I reati contestati descrivono più una guerriglia urbana che una partita di calcio: scavalco e accensione fumoni, rissa, possesso di artifici pirotecnici, porto abusivo di armi, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, minaccia e violenza nei confronti degli steward, esposizione di striscioni e cartelli incitanti alla violenza o recanti ingiurie o minacce.

«C'è una parte della tifoseria politicizzata ed estrema, l'abbiamo vista al Casale San Nicola e nelle ultime partite - ha commentato il questore - Sono violenti, militanti politici che si arruolano in curva».

La stagione calcistica appena conclusa è stata tra le più violente degli ultimi anni. «Abbiamo registrato anche il superamento della strategia del contatto fisico e delle cosiddette “puncicate” a vantaggio di un uso massiccio di bombe carta e ordigni ad alto potenziale» Pugno duro contro i violenti dunque.