Roma, la partita di calcio finisce in rissa: aggredito l'arbitro. E dalla tribuna i genitori incitano

Il cartello appeso sulla porta delle segreteria del campo a Fiano Romano
di Veronica Cursi
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Domenica 16 Ottobre 2016, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 12:48
Una partita di calcio domenicale tra giovani giocatori che finisce in rissa. Con l'arbitro aggredito in campo. E i genitori che dalla tribuna incitano alla violenza con cori e insulti. Un'altra brutta pagina per il calcio dilettantistico è stata scritta questa mattina sul campo Sandro Pertini a Fiano Romano, alle porte di Roma. 
A pochi minuti dalla fine della partita tra la squadra del Fiano Romano e il circolo Guardia di Finanza, che partecipavano al campionato di Promozione girone B, è successo il finimondo. Qualche parola di troppo nel finale, dopo una partita nervosa, e la situazione è degenerata in pochi secondi.
I ragazzi del Fiano erano rimasti in 9 quando la Guardia di Finanza segna il 2 a 1. Gol che secondo i giocatori del Fiano era da annullare per fallo sul portiere. Vola qualche parolaccia, un insulto. Da lì è un attimo: i calciatori del Fiano si avventano sull'arbitro - un ragazzo "reo" di aver concesso il gol. Volano calci. L'arbitro viene accerchiato e cade per terra. 
In tribuna scoppia il caos. Nessuno interviene, anzi. Qualche genitore sugli spalti incita i ragazzi in campo - giocatori che vanno dai 18 ai 30 anni -  a dargliele di santa ragione. «Infame», grida qualcuno. «Cornuto». La partita finisce, l'arbitro viene portato a spalla fuori dal campo. Intanto arriva anche la polizia avvertita da qualche spettatore.
Il paradosso è che sulla porta della segreteria del campo, proprio lì dove qualche minuto prima una bella partita di calcio si è trasformata in un incontro di boxe, è affisso un cartello: «Chi pensa di avere un figlio campione è pregato di portarlo in un'altra società sportiva».
«E' una vergogna - si sfoga una mamma che assisteva al match - quel povero arbitro aggredito dai giocatori e in tribuna i genitori che continuavano a insultarlo. Ma come possiamo pensare di insegnare la bellezza del calcio ai nostri figli quando succedono cose del genere? Certe cose dovrebbero essere punite seriamente. Ma i primi da punire dovrebbero essere certi genitori».
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