LA DIFFIDENZA
Stasera in Israele toccherà ancora a loro. Otto gol Pellè in diciotto presenze azzurre, Eder tre in quindici. Trentun'anni il primo, (quasi) trenta il secondo: l'età può non giocare dalla loro parte in vista di Russia 2018, specie se dietro incalzano i giovani rampanti come Belotti (tornato a casa per infortunio), Gabbiadini, Immobile, Pavoletti, per non parlare poi di Berardi, di cui si è parlato tanto e prima o poi Ventura lo convocherà e infine, chissà, anche Insigne. Diciamo che il tandem attuale costituisce il perno dell'attacco instant, perché l'Italia deve fare punti e ha bisogno di certezze: la qualificazione passa da un percorso lungo e complicato e i punti bisogna farli da subito, da stasera a Haifa contro Israele. Èder riceve più soddisfazione in Nazionale che non con l'Inter, dove non ha mai trovato continuità, e questo è paradossale visto che il suo status di oriundo non lo ha mai reso troppo simpatico agli italiani e lui stesso poteva/doveva mostrare meno attaccamento alla maglia, invece nulla di tutto questo; Pellé segnava in Olanda, in Inghilterra e in Cina prosegue il suo mestiere come sempre. Pellè si porta dietro ancora qualche insulto per il rigore fallito contro Neuer, più che altro per come lo aveva gestito, mimando il cucchiaio al tedesco per poi calciare fuori. «In Nazionale non tirerò più i calci di rigore, qui c'è gente più brava di me». Chissà se con questa dichiarazione, Graziano, si sarà fatto qualche amico in più?