Cantalupo, la nuova dimensione
di Williams: «Qui meno straniero»

Lamin Bekai Williams
di Renato Leti
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 18:15
CANTALUPO IN SABINA – Un instancabile “motore a tutto campo” che nei novanta minuti della partita non conosce soste e macina gioco in ogni reparto. Per lui qualsiasi ruolo va bene e calcisticamente possiede doti tecniche naturali che gli permettono con estrema facilità di sapersi adattare ad ogni necessità della squadra. Lamin Bekai Williams, un jolly prezioso che si sta rivelando nelle fila del Cantalupo come uno dei protagonisti principali del girone B di Promozione.

LA STORIA
E’ uno dei ragazzi “venuti dal mare” e avventurosamente approdati in Sabina dopo innumerevoli peripezie, rischi e pericoli. Nato in Senegal il 4 novembre 1995, si è successivamente spostato insieme alla madre in Gambia e nel 2013 è approdato in Italia sulle coste di Lampedusa e successivamente ospitato nel Lazio presso il centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto.

L'INTERVISTA

Cosa ha significato per lei arrivare in Italia a diciotto anni e ritrovarsi da solo, lontano dalla famiglia e dal proprio Paese?
«Inizialmente ho sofferto ed anche nei mesi successivi non è stato facile: poi ho conosciuto delle persone che mi hanno aiutato ad inserirmi nel contesto sociale di questa zona e oggi non ho più grandi problemi».

Il calcio è stato importante anche da questo punto di vista?
«Sicuramente: ho iniziato a giocare nel Passo Corese l’anno in cui questa società disputava il campionato di Promozione ed ho avuto nel tecnico Massimiliano Tocci un prezioso punto di riferimento e di aiuto sia dall’aspetto sportivo che da quello sociale».

Lo stesso tecnico Tocci l’hai poi portata al Cantalupo?
«Sì, devo tutto al mister se oggi sono qui e mi trovo molto bene. Mi hanno accolto tutti con affetto, dai dirigenti ai compagni di squadra e fanno di tutto per aiutarmi e farmi sentire “meno straniero"».

Proprio un dirigente le ha procurato anche il posto di lavoro?
«Sì, lavoro a Casperia nell’officina meccanica di Massimo Formichetti e cerco di impegnarmi al massimo per imparare questo mestiere e non deludere chi sta mostrando di avere fiducia in me. La dirigenza della società mi ha anche aiutato a trovare un appartamentino a Cantalupo dove abito e mi organizzo il tempo libero, anche se tra lavoro, allenamenti e partite sicuramente non ho modo di annoiarmi».

Molti giovani arrivati dal continente africano considerano la permanenza in Italia come una tappa in attesa di trasferirsi verso altri Paesi del Nord Europa, soprattutto Germania, Svezia, Norvegia. Anche per lei è così?
«No, assolutamente. Qui mi trovo molto bene ed ho intenzione di costruire in questa zona il mio futuro, crearmi una famiglia. A volte subentra un po’ di malinconia per le persone care che ho lasciato nel mio paese ma anche qui ho trovato tanta gente che mi vuole bene. La vita insegna che bisogna guardare avanti e impegnarsi per il futuro».

Il problema del razzismo è ancora una piaga in alcuni campi di calcio: le è successo qualche episodio sgradevole in tal senso?
«Purtroppo è successo in alcune gare disputate sui campi di Roma nell’anno in cui giocavo nel Passo Corese: ho cercato di non badare a cori e parolacce ma il dispiacere e il dolore è stato forte. Spero sempre che queste brutte situazioni non avvengano più».

Il tecnico Massimiliano Tocci ripone in Lei tanta fiducia: che effetto le fa sentirsi apprezzato e un po’ “coccolato”?
«Il mister è la persona che più di tutti ha creduto in me fin dai tempi del Passo Corese, mi ha portato al Cantalupo, mi ha aiutato a crescere con insegnamenti preziosi sia dall’aspetto umano che da quello sportivo. Se sono migliorato tecnicamente lo devo sicuramente a lui e a tutto quello che mi trasmette».

Come vede questa stagione del Cantalupo in Promozione?
«Abbiamo avuto delle difficoltà iniziali perché buona parte della squadra era composta da giocatori nuovi e da molti giovani ancora inesperti per disputare questa categoria. Col passare delle settimane è migliorato l’affiatamento tra tutti noi e cercheremo di superare con determinazione e massimo impegno i momenti negativi. Nel nostro girone, eccetto un paio di squadre che guidano la graduatoria, pensiamo di potercela giocare con chiunque».

Come considera il calcio italiano?
«Secondo me il campionato italiano rimane tuttora uno dei più belli e interessanti a livello mondiale».

Una squadra e un calciatore che ammira, in Italia ed a livello internazionale?
«Tra le squadre la Roma ed il Real Madrid; tra i calciatori Leonardo Bonucci, difensore del Milan e Toni Kroos, centrocampista tedesco del Real Madrid».

Il suo sogno nel cassetto?
«E’ facile: arrivare a giocare in serie A!».
 
DICONO DI LUI

Massimiliano Tocci, tecnico del Cantalupo
«E’ un ragazzo eccezionale, educato e intelligente. Dopo le difficoltà iniziali a Passo Corese, dovute essenzialmente a problemi di ambientamento e della mancata conoscenza della lingua italiana, è cresciuto da tutti i punti di vista e l’inserimento nel Cantalupo si è rivelato importante: ha acquisito tranquillità con una sistemazione logistica in paese, un lavoro e l’affetto che gli dimostrano i dirigenti e tutti i compagni di squadra. Può vantare notevoli doti fisiche e tecniche che potranno ancora migliorare e che ne permettono l’utilizzo in qualsiasi ruolo, sia nel reparto difensivo che sulle fasce esterne dove la sua corsa a tutto campo si rivela spesso l’arma vincente della squadra».
 
Massimo Formichetti, dirigente del Cantalupo
«L’impegno e l’abilità che mostra nel suo lavoro in officina sono le stesse che mette in campo, sia durante le partite che negli allenamenti. Un ragazzo da ammirare».

Silvio Ceccarelli, capitano del Cantalupo
«L’ho conosciuto a Passo Corese due anni fa: era meno disciplinato, parlava poco la lingua italiana e spesso veniva utilizzato fuori ruolo. Durante gli allenamenti avevo notato le sue buone potenzialità ma spesso non riusciva ad esprimerle nel modo migliore. L’anno scorso il nostro mister Massimiliano Tocci ha avuto l’intuizione di portarlo a Cantalupo ed in poco tempo i miglioramenti sono stati evidenti e importanti. Attualmente è un giocatore fondamentale per noi: nel gioco di testa non ha rivali in questa categoria, nell’uno contro uno è fortissimo ed anche tecnicamente è molto valido. Inoltre mette sempre il massimo impegno sia negli allenamenti che nelle partite: secondo me sta maturando definitivamente ed ha compiuto quel salto di qualità che ci aspettavamo da lui».
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