Lazio, l'ex mister Edy Reja: «Simone Inzaghi è uguale a me»

Reja
di Alberto Abbate
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Giovedì 29 Settembre 2016, 09:25
In medio stat virtus, l'equilibrio fa la differenza. E, col passare degli anni, diventa tutto più chiaro: «Come diciamo noi di una certa età, Inzaghi è un gran bravo ragazzo, ma anche un gran allenatore», parola di Reja. Che ha seguito la Lazio nelle ultime giornate e la promuove: «A me non dispiace. Ci sono i giocatori, le qualità. Sinora non ha fatto male, ho visto delle buone cose col Pescara. E' normale non poter reggere per 90', Simone deve solo lavorare sull'intensità».

 

Zio Edy promuove il nipote. Allora è vero ciò che urlano molti tifosi. Con Inzaghi in panchina c'è un tuffo nel passato. Ride, Reja, in fondo si compiace allo specchio con un viso senza rughe: «Non so se mi somigli, è difficile ancora fare paragoni. Ma di certo non capisco tutte le critiche già piovute sull'allenatore. Rispetto alle aspettative mi sembra che abbia fatto bene sinora». Dieci punti in 6 gare, senz'altro un bottino di tutto rispetto, ma senza un gioco, una fisionomia, un'organizzazione: «Secondo me vengono provati schemi in allenamento. Conosco Simone, è uno che studia in continuazione e ha idee. Secondo me il problema sono le individualità».

CONCRETEZZA
Non solo l'egoismo, ma anche la condizione dei singoli: «Se Felipe tornasse ad andare come nel primo anno di Pioli, si risolverebbero tante cose». Facile così, però: Andershow must go on e tutto il resto è noia.
Lasciate agli altri trucchi e belletti, a zio Edy piacciono sodi e giovani vecchietti: «Nel calcio contano i risultati», giura. Senza però dare per scontato un proseguo felice: «Bisogna aspettare una decina di giornate e altri big match per capire quale sarà il futuro della Lazio». L'obiettivo è il ritorno in Europa: «L'anno scorso Simone c'era quasi riuscito grazie a un gran bel dialogo coi ragazzi. Non è mai facile farsi accettare da un gruppo quando si arriva in corsa. A lui è successo nella fase finale della stagione e ora sta proseguendo la sua missione». Tenere a bada lo spogliatoio, i senatori, i punti. Anche le critiche: «Perché Inzaghi è moderno, in questo senso. Sa come affrontare le difficoltà e non si lascia abbattere da una piazza come Roma. La conosce troppo bene». Se poi la situazione dovesse precipitare, Reja ora è senza panchina: «A quasi 72 anni, io sono sempre pronto». Scherza. Conoscendolo, neanche troppo.