Rieti, parla il patron Curci

Rieti, parla il patron Curci
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Lunedì 24 Aprile 2017, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 18:19

Riccardo Curci: “Tutti i sogni che avevo credo che si siano cancellati con la partita di oggi (ieri). Ci ho provato, più di così non potevo davvero fare: se ripenso alle tante occasioni perse, mi viene da piangere. Da Foligno a Latte Dolce, da Trestina ad Avezzano, senza parlare di Muravera e Lanusei, sinceramente non mi capacito di quanto sta accadendo intorno a me. Per farla breve: abbiamo regalato un campionato o, se volete, lo abbiamo buttato via malamente”.

Il pensiero di Curci poi, si sofferma ai genitori di Andrea Balloni (“a loro le più sentite condoglianze”), poi trattiene a stento l’amarezza per ciò che da giorni si dice in città e cioè che il Rieti non vuole salire in Lega Pro: “Fa male a me e alla mia famiglia sentire certe cose – dice col capo chino – e non è giusto nei confronti dei ragazzi, che anche oggi hanno dato tutto.

Sicuramente abbiamo commesso troppi errori nelle giornate precedenti e la partita odierna forse è l’emblema, il riassunto di tutta la stagione. Siamo passati dal +4 di un mese fa al -3 odierno: un punto nelle ultime tre gare casalinghe è troppo poco per una squadra che mira in alto. Pago i miei errori, paghiamo i nostri errori, ma sentire gente che dagli spalti ti grida “venduti” è umanamente desolante. Se mi rimprovero qualcosa? Col senno del poi è facile parlare, forse a dicembre avrei potuto fare altre scelte, ma in questo momento conta poco: solo con la panchina saremmo arrivati tra le prime sette del girone e invece con ogni probabilità non riusciamo a centrare la vittoria: colpa mia”.

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