Rocchi, un arbitro di... rigore: nessuno fischia in area come il direttore toscano

Rocchi, un arbitro di... rigore: nessuno fischia in area come il direttore toscano
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Martedì 3 Maggio 2016, 17:22
È Gianluca Rocchi l'arbitro di Serie A che nella stagione 2015/16 ha fischiato più rigori. Lo conferma uno studio dell'Associazione italiana arbitri reso pubblico stamane in un incontro con la stampa sportiva a Roma. La media del fischietto di Firenze si attesta a 0,80 rigori a partita, ben oltre quella della maggior parte degli altri arbitri della massima serie (0,30) e quella considerata dalla stessa Aia. «Credo sia solo una casualità - il commento dell'arbitro internazionale -, una stagione può andare così, in un'altra magari ne fischi uno in 18 partite. Come giudico la mia stagione? Non sta a me dirlo, si può sempre fare meglio ma sono soddisfatto di quanto fatto, sia in Italia che all'estero». A spiegare la slide ai cronisti sportivi è stato lo stesso designatore della Can A, Domenico Messina, che ha comunque precisato: «Può darsi che ci sia qualche picco per alcuni arbitri, ma non sempre è una cosa negativa: ogni partita ha una sua specificità». Quasi un rigore a match per Rocchi, il doppio rispetto ai primi inseguitori: Calvarese, Fabbri e Guida con 0,40 rigori di media per partita. I meno severi con le difese sono Banti e Orsato con solo 0,10 rigori di media a partita.

Sul bilancio della stagione, Banti ha dato il suo giudizio: 
«Questa credo sia una stagione estremamente positiva per noi. Il lavoro iniziato da diversi anni fa è stato portato avanti e nella grandissima maggioranza dei casi gli arbitri italiani sono stati sempre all'altezza della situazione e di un campionato sempre molto combattuto, come lo è stato quest'anno». L'arbitro Luca Banti della sezione di Livorno, giudica positivamente la stagione che si sta per concludere, dal punto di vista arbitrale. «Erano anni che non si vedeva un campionato così incerto quasi fino alla fine e credo che noi arbitri siamo stati all'altezza, quindi meritano un voto positivo, con le ultime due giornate ancora che lascio in sospeso», ha proseguito il direttore di gara. «L'uniformità di giudizio è uno dei nostri obiettivi come categoria arbitrale e come arbitri di Serie A, perché non può essere fischiato un fallo sul campo di Roma, mentre sul campo di Genova la solita cosa non viene valutata allo stesso modo. Noi ci diamo dei paletti o dei parametri pur sapendo che l'uniformità di giudizio è molto difficile, perché non ci sarà mai una situazione di gioco uguale all'altra, c'è sempre una pur minima differenza e talvolta questa può fare la differenza tra prendere o meno una decisione», sottolinea Banti all'Adnkronos.

«L'altro aspetto è la partita.
Sulle 380 gare di Serie A non c'è una gara uguale all'altra e la bravura dell'arbitro è quella di sapersi tarare in base alla partita che si trova di fronte. All'interno di una partita il solito tipo di intervento può esser sanzionato come falloso perché i toni si sono alzati e l'arbitro ha la necessità di placare gli animi e anche per dare un 'avvertimentò a un giocatore che in quel modo lì non può continuare a giocare in quel modo. Quindi è anche a tutela e garanzia dei giocatori stessi». L'arbitro livornese, come i suoi colleghi, studia a fondo squadre, giocatori e allenatori. «Sappiamo i giocatori le caratteristiche che hanno, ma non siamo condizionati da questo, siamo preparati, come loro si preparano nei nostri confronti. Anche noi conosciamo le caratteristiche dei calciatori e cerchiamo in alcuni di frenarle e in altri di preservarle, perché sono campioni che con la loro bravura tecnica sono gli attori primari ed è giusto che le persone che vanno allo stadio usufruiscano di questo spettacolo e noi dobbiamo fare da garanti affinché riescano a giocare nel migliore dei modi».
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