Roma, c'è Spalletti oltre l'emergenza. I diversi moduli e la duttilità dei nuovi consente a Lucio di superare le difficoltà

Roma, c'è Spalletti oltre l'emergenza. I diversi moduli e la duttilità dei nuovi consente a Lucio di superare le difficoltà
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 5 Febbraio 2016, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 15:24
Emergenza infortuni? Hai una rosa incompleta? Arriva Spalletti e ci mette una pezza. Lucio non è diventato Harry Potter, ma basta la disponibilità di alcuni calciatori e l'utilizzo di più moduli, e per magìa sei abbondante pure nell'emergenza. Un esempio: arriva Zukanovic, o Zuhanovic come scritto sulla sua maglia, e improvvisamente si tappa il buco al centro e alle spalle di Digne (out anche domenica con la Samp), che prima aveva un'alternativa, Emerson Palmieri, mai considerata. Magari la qualità di Zuka non sarà eccellente, tanta gente avrebbe preferito Benatia, ma lui almeno è un arrivo logico, tatticamente funzionale. Stesso discorso vale per El Shaarawy e Perotti, che di fatto sono andati a sostituire Gervinho e Iturbe. Stephan ha una media gol alta pari all'ivoriano e Diego sembra, almeno per adesso, più funzionale al gioco di Spalletti di quando non lo fosse Manuel con Garcia. Perotti in una partita l'abbiamo visto in due/tre ruoli, quindi è se stesso e l'alternativa ad altri, in mezzo e sulle fasce. E in più Spalletti ci ha detto che può fare pure il vice Pjanic (che per domenica recupera). 
ABBONDANZA VIRTUALE
Anche i moduli, e qui torniamo alla magìa di Spalletti, ti consentono di gestire l'emergenza o il turnover. Quindi, è l'allenatore a fare la differenza più dello stato fisico dei calciatori e delle loro assenze (più o meno accidentali). Altro esempio: se domenica mancherà De Rossi, ovvero il perno della difesa spallettiana, sia che la si metta a tre sia che venga schierata a quattro, e in più non ci sarà Digne, che succederà? Apriti cielo? No. Abbassi l'esterno, giochi con due soli centrali (quelli che ti sono rimasti, Ruediger e Manolas), allarghi Zukanovic e il gioco è fatto. E questo quartetto, nel corso della partita, può giocare sia a tre sia a quattro, a seconda delle esigenze. Non è abbondanza di uomini, è intelligenza, senza tattico. Se a destra c'è Florenzi, lo fai giocare più alto (difesa a tre), se hai Maicon lo tieni più basso (difesa a quattro come col Sassuolo), per non parlare di Ruediger, pure lui schierato come laterale di destra, oltre che centrale. Altro esempio: contro la Sampdoria mancherà Nainggolan, che lo abbiamo visto schierato sia nella posizione di trequartista sia come mediano/mezz'ala. Chi prenderà il suo posto? Florenzi è uno che ha quel passo, può fare il centrocampista e ha l'inserimento, Iago Falque pure può interpretare quel ruolo, anche se con caratteristiche diverse. Giocando invece con un 4-2-3-1, al centro possono stare due a scelta tra Pjanic, Vainqueur e Keita. Con un duo più muscolare, la qualità viene spostata sulla trequarti (Perotti) e con una coppia più leggera, alzi Florenzi (o Iago Falque). Giochino facile. Davanti c'è l'abbondanza vera. La Roma migliore è quella con tre punte mobili, ma Lucio vuole che si impari a stare in campo pure con Dzeko, tornato a disposizione. Il “palla a Gervinho e vediamo che succede”, ormai è un'era geologica fa.
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