La Roma “pesca” Zorro: Eusebio e Paulo, i due tecnici che hanno ribaltato la Champions

Il tecnico dello Shakhtar Paulo Fonseca
di Ugo Trani
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Martedì 12 Dicembre 2017, 11:00
«È andata bene». Lo ammette Totti a Nyon, appena scopre che il prossimo avversario della Roma in Champions sarà lo Shakhtar Donetsk. Ma è quello che dicono anche i tesserati del club ucraino che, per giocare gli ottavi, ha battuto in casa sia il City di Guardiola che il Napoli di Sarri, scivolato in Europa League. Perché se Di Francesco ha schivato il Real Madrid campione d'Europa e il Bayern Monaco, Fonseca è andato oltre, evitando contemporaneamente lo United, il Barcellona e il Psg. L'andata è in programma il 21 febbraio a Kharkiv, il ritorno il 13 marzo all'Olimpico.
 
PERCORSO SIMILE
Paulo (44 anni) ed Eusebio (48) sono i tecnici che hanno cambiato la storia di questa Champions. Il portoghese, mantenendo la promessa, si è travestito da Zorro subito dopo il successo contro il City. Con il suo 4-2-3-1 cucito per i suoi sudamericani, i brasiliani (ne ha 8 in rosa) Fred, Bernard (fuori dalla Seleçao dopo il Mineirazo, il flop mondiale dell'8 luglio del 2014 contro la Germania), Mason e Taison e il capocannoniere argentino, con passaporto italiano, Facundo Ferreira (13 gol in 19 gare di campionato, detto Chucky, bambola assassina) ha ribaltato il pronostico iniziale proprio come l'abruzzese che, vincendo il girone, si è tolto il gusto di conquistare la promozione lasciandosi alle spalle sia il Chelsea che l'Atletico. Fonseca e Di Francesco si meritano, dunque, la grande chance di poter proseguire la loro avventura in Europa. La Roma ha già affrontato lo Shakhtar nelle edizioni del 2006 e del 2011, cadendo in 3 match su 4. L'ultimo incrocio, sempre negli ottavi, con Ranieri all'andata e Montella al ritorno. Doppio ko ed eliminazione: 2-3 in casa e 3-0 a Donetsk. Con Spalletti, nella fase a gironi, andò sicuramente meglio: 4-0 all'Olimpico e sconfitta di misura, 1-0, in trasferta. In quella stagione i giallorossi arrivarono fino ai quarti, eliminati dallo United di Ferguson e Cristiano Ronaldo, con il doloroso 7-1 all'Old Trafford. Fuori casa c'è insomma da interrompere il digiuno e segnare il 1° gol. Non più alla Dombass Arena, ma allo stadio Metalist di Kharkiv dove lo Shakhtar gioca da due stagioni. Esilio forzato dalla guerra nell'Ucraina orientale: l'esplosione di 2 bombe, nell'agosto del 2014, ha lesionato l'impianto di Donetsk.

PAUSA INVERNALE
Lo Shakhtar, 10 campionati vinti, è leader anche quest'anno con 42 punti e 3 di vantaggio sulla Dinamo Kiev. Il torneo in Ucraina è fermo. Si riparte il 17 febbraio, cioè la settimana prima del match d'andata contro i giallorossi. In questa Champions nessun pareggio per Fonseca: 4 successi (en plein al Metalist, più quello a Rotterdam contro il Feyenoord) e 2 ko pesanti fuori (3-0 a Napoli e 2-0 a Manchester). «Lo Shakhtar è una squadra forte che ha saputo qualificarsi attraverso un girone molto difficile. Noi abbiamo lottato per guadagnarci questi ottavi, ce la metteremo tutta per continuare il nostro cammino. Forza Roma!» avverte Di Francesco su Twitter. Totti è d'accordo: «Non bisogna sottovalutarli: sono forti tecnicamente e fisicamente. In casa giocano molto bene. Partita apertissima, ma più si va avanti e più è difficile. Piccolo vantaggio: la sosta invernale del loro torneo». Il flash back è spassoso: «Nel sorteggio di agosto, a quanto pare, non ho portai male alla Roma, siamo arrivati primi. Dissi che il problema non era nostro, ma di chi ci affrontava». Contento Monchi solo di non aver preso il Siviglia: «Poteva andare peggio ma questo non significa che è andata bene. Meglio giocare la seconda in casa».
 
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