Tredici anni di amore e gol azzurri
De Rossi tra i miti della Nazionale

Tredici anni di amore e gol azzurri De Rossi tra i miti della Nazionale
di Alessandro Angeloni
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Domenica 26 Marzo 2017, 07:30
La Roma, dice Daniele De Rossi, è «un bene primario», e comincia ad esserlo pure la Nazionale, che una volta rischia di scappare, poi ritorna, poi ridiventa una seconda pelle. O una terza, visto che la Roma è la seconda, in quanto «bene primario». Bene primario è una definizione da romanista vero, ma non c’erano grossi dubbi, poiché quel bene, Daniele, lo accosta a se stesso e al suo amico Totti, che sta per perderlo quel bene e sostituirlo non sarà facile. «Tutti e due tiferemo Roma per tutta la vita, era così anche prima di indossarne la maglia: è una cosa che abbiamo dentro e sarà sempre così. Dobbiamo sperare sempre per il bene di questa squadra che per noi è tutto». Tutto, perché un bene è primario perché è la vita. E la vita è tutto. Il percorso di De Rossi nella Roma è sotto gli occhi di tutti, dal 2001 fino a oggi, e forse anche un pezzo di domani, con due anni di contratto in più che lui, con la Roma, sta trattando e che, ameno di risvolti negativi, firmerà. E a Roma chiuderà la carriera, proprio come vuole. 
RECORD MERAVIGLIA 
De Rossi non si ferma nemmeno in Nazionale, perché lui, come sempre ha detto, smetterà di andarci quando un ct deciderà di non chiamarlo più. E da Lippi in poi, per tredici stagioni azzurre, chiunque si sia seduto sulla panchina della Nazionale, ha sempre puntato sul romanista. Che a oggi è il giallorosso più presente in Nazionale (111 presenze), quello che ha segnato di più (20 gol) e quello che può ancora stupire: è a una presenza da Zoff, un vero e proprio mito per la storia dell’Italia, cinque dal suo amico Pirlo e quindici da Maldini, poi ci sono i teorici irraggiungibili Cannavaro con 136 presenze e Buffon 168. De Rossi si tiene stretto il suo score fatto di 39 presenze e 5 reti nelle amichevoli, 12 e una rete negli Europei, 8 e 1 ai Mondiale, 19 e 3 nelle qualificazioni Europee, 26 e 8 in quelle dei Mondiali, più sette presenze e due reti nelle Confederations Cup. Due espulsioni, una in Germania nel 2006 un’altra lo scorso anno contro la Bulgaria (a Palermo) durante la fase di qualificazione all’Europeo. Tra i primi venti nella classifica delle presenze non c’è un romanista (a parte Graziani), i miti giallorossi, Totti, 58 presenze, Conti e Giannini con 47. Perrotta ne ha 48. Però ormai l’azzurro per lui è la normalità. Difficile da abbandonare.
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