Roma, il derby non finisce più: le contraddizioni sulla stangata a Strootman

Roma, il derby non finisce più: le contraddizioni sulla stangata a Strootman
di Stefano Carina
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Mercoledì 7 Dicembre 2016, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 09:20

ROMA Il derby non finisce più. Ieri il giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, ha squalificato per due giornate Kevin Strootman che, al netto del ricorso già annunciato dalla Roma, dovrà saltare le sfide contro il Milan e la Juventus. L'olandese viene sanzionato con due turni di squalifica per «condotta gravemente antisportiva», legata alla simulazione a seguito della trattenuta di Cataldi (espulso e punito con una giornata di stop), analizzata con la prova tv secondo l'articolo 35, comma 1.3 del codice di giustizia sportiva. Per quanto riguarda invece Lulic, l'orientamento della Procura Federale, affidata da quest'anno a Giuseppe Pecoraro, è di non considerare l'affermazione incriminata («Due anni fa Ruediger a Stoccarda vendeva calzini e cinture e adesso fa il fenomeno») come razzista. In quel caso, il calciatore della Lazio avrebbe rischiato 10 giornate di squalifica, (5 con il patteggiamento e un servizio sociale in ambito sportivo). Entro 60 giorni, verrà presa una decisione. Inevitabile il deferimento, con relativo processo sportivo dove però a Lulic dovrebbe essere contestato soltanto l'articolo 1 (violazione dei principi di lealtà sportiva). Tradotto: il rischio sono 2-3 turni di squalifica.
LE MOTIVAZIONI
Strootman e Lulic potrebbero quindi essere sanzionati in egual modo. La decisione del giudice sportivo ha sorpreso non poco la Roma e il calciatore («Non me l'aspettavo»), visto che l'olandese era già stato ammonito in campo dall'arbitro Banti. Ma quella sanzione, secondo Mastrandrea, era da ricondursi all'atteggiamento provocatorio tenuto dall'ex Psv nei confronti di Cataldi (il lancio d'acqua) che aveva poi provocato la reazione del giocatore della Lazio. Le due giornate sono comminate invece grazie alla prova televisiva che viene utilizzata non per la prima infrazione ma per la simulazione che ne consegue che poi porta all'espulsione del laziale. Per il giudice sportivo, senza la causa (la simulazione), non ci sarebbe stato l'effetto (l'espulsione): «Tenuto conto che la fattispecie appare caratterizzata da un rapporto di causa-effetto tra trattenuta della maglia da parte di Cataldi e la caduta in terra di Strootman come risulta chiaramente dal rapporto del direttore di gara (...) costituisce condotta gravemente antisportiva, ai fini dell'applicazione della prova televisiva, l'evidente simulazione che determina la espulsione diretta del calciatore avversario».
CONTRADDIZIONI DI FONDO
La Roma ha già annunciato il reclamo. Duro il presidente Pallotta: «Squalifica assurda». Furente il dg Baldissoni a Roma Radio: «È un provvedimento inatteso e inconcepibile, guarda caso quando stiamo per affrontare la prima e la seconda in classifica. Strootman cade perché si sente tirato da dietro e ha paura che gli possa arrivare un colpo». Dichiarazioni che hanno provocato la reazione di Marchisio: «Le parole di Baldissoni? Sentite tante volte. Ci sono le immagini e i giudici che decidono». Intanto questa mattina la società riceverà gli atti ed entro venerdì presenterà e discuterà il ricorso d'urgenza. Margini per ribaltare la decisione del giudice sportivo, secondo il club, esistono. Nel comunicato di Mastrandrea infatti c'è un'evidente contraddizione. Nelle motivazioni si evince come Strootman sia punito per condotta gravemente antisportiva visto che la sua simulazione ha poi provocato l'espulsione di Cataldi. Poi, però, testualmente il laziale viene squalificato «per comportamento scorretto avendo strattonato la maglia del giocatore avversario». Delle due l'una: o Strootman ha simulato e questo ha poi indotto l'arbitro a cadere nell'errore ed espellere Cataldi oppure la simulazione non c'è. Senza contare che se è stato espulso per aver strattonato la maglia, viene meno anche l'ammissibilità della prova tv. La partita è aperta: non è escluso che venga richiesta un'integrazione di referto al direttore di gara anche sulla dinamicità dell'evento. Se Banti dovesse specificare che sia la strattonata che la simulazione sono da inquadrare in un gesto unico, il ricorso si farebbe in salita. Se invece fossero due gesti distinti, ci sarebbero più margini per ribaltare il provvedimento.