Roma, Di Francesco: «Vincere a Milano per dire “la Roma c’è”. Montella è un fratello»

Roma, Di Francesco: «Vincere a Milano per dire “la Roma c’è”. Montella è un fratello»
di Gianluca Lengua
4 Minuti di Lettura
Sabato 30 Settembre 2017, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 22:53

Eusebio Di Francesco a San Siro per vincere e dare un segnale importante al campionato che sembra essersi scordato dei giallorossi: «Se dovessimo fare tre punti a Milano sulle pagine dei giornali il titolo dovrebbe essere “La Roma c’è”». Parole d’affetto del tecnico per Vincenzo Montella: «È un fratello. Con lui siamo stati in campo insieme per due anni, la sua capacità di essere scugnizzo e ironico lo contraddistingue, le sue battute pronte sono una sua qualità». Ecco le parole dell’allenatore in conferenza stampa.  
 
Miglioramento Roma. «Sono arrivati risultati importanti, in alcune partite abbiamo dato continuità. Sono contento della crescita della squadra e della compattezza. Durante la gara dobbiamo rimanere corti in entrambe le fasi e su questo lavoreremo ancora».
 
Montella. «Vincenzo è un fratello per quello che è stato il nostro passato e il vissuto. Nasce tutto da Empoli dove siamo stati giovani con poche possibilità di comprarsi una maglia o un vestito. Abbiamo tenuto il nostro rapporto negli anni, nel calcio di solito si dice che non ci sono amici ma io ho tanti amici e Vincenzo è un fratello. Con lui siamo stati in campo insieme per due anni, la sua capacità di essere scugnizzo e ironico lo contraddistinguono, le sue battute pronte sono una sua qualità. Ha una grande capacità di comunicazione e di interagire nello spogliatoio, è bravo ad adattare e sfruttare le qualità dei calciatori, mantenendo una filosofia di gioco cercando sempre di giocare e far male agli avversari». 

 


 
La formazione. «La partita dirà tanto, poi qui noi siamo bravi a fare e disfare i 90 minuti. Vincere servirà a rimanere agganciati ai primi posti della classifica, è cambiata l’idea di gioco e credo che con il tempo arriverà più convinzione. A San Siro affronteremo una squadra che ha cambiato tanto mettendo dei giocatori di spessore». 
 
Under. «Inizia anche a parlare italiano che è un aspetto molto importante. Ha avuto molte difficoltà inizialmente ma sa parlare la lingua del calcio. I giovani cerco di caricarli poco di responsabilità, deciderò domani se giocherà».
 
Infortuni. «È un discorso ampio. Ne abbiamo avuti tanti anche se non lunghissimi. Ci sono stati tanti crociati, legati forse alle tante partite. Alcuni giovani sono passati dal sintetico al campo normale e può essere una causa. A Sassuolo mi capitava continuamente. Sono cambiati i ritmi di allenamenti e partite. Il viaggio a Baku di 4 ore non ha aiutato. Dobbiamo riflettere e lavorare, ma chi vive all’interno sa che queste cose possono capitare quando si alzano i ritmi. È importante la vita sana dei calciatori, dobbiamo preparali in un certo modo, devo preparare la cultura del lavoro».
 
Roma snobbata. «Per me è indifferente. Conta il campo e i risultati. Il fatto di non partire favoriti non ci toglie responsabilità. Tutti si aspettano tanto da noi e a me piace. Raggiungere qualcosa d’importante passa da partite come quella di domani, fondamentale per ambire a qualcosa».
 
Segnale al campionato. «Vincere significa è che il titolo su tutte le pagine dei giornali dovrà essere “Roma c’è”. Noi lavoriamo per cercare di restare attaccati a quel carro, con la consapevolezza di portare a casa i tre punti senza presunzione». 
 
Nazionale Nainggolan. «Lui è uno dei top player europei, magari il ct usa un sistema di gioco non adatto alle sue caratteristiche. Mi dispiace per il ragazzo, ma potrà darmi qualcosa di più. Non posso entrare nella testa degli altri, ogni fa le sue valutazione ma io me lo tengo stretto». 
 
La pazienza. «Novanti minuti disfano e costruiscono, ma io la rivolto a voi. Ancelotti è stato esonerato e mi dispiace, ma è stato già accostato a cinque o sei panchine. A volte si esaspera tutto, auguro al mister di poter rientrare, sappiamo che siamo a settembre e dopo cinque partite si è tutti un po’ frettolosi». 
 
Totti. «Il gol non l’ho visto. Stavano giocando a due all’ora (ride ndc). Lui è un vincente in tutto quello che fa». 
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA