Roma-Genoa 3-2 al cardiopalma
​I giallorossi volano in Champions
Tottiday: lacrime e applausi

Roma-Genoa 3-2 al cardiopalma I giallorossi volano in Champions Tottiday: lacrime e applausi
di Ugo Trani
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Domenica 28 Maggio 2017, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 12:33

La Roma, nel pomeriggio che perde Totti come giocatore, ritrova la Champions. La vittoria sul Genoa, 3 a 2 all'ultimo respiro, permette ai giallorossi di chiudere il campionato al 2° posto (è la nona volta negli ultimi 16 anni). Spalletti, fischiato dai 65 mila dell'Olimpico al momento della lettura delle formazioni e pronto a dire sì all'Inter, corre sotto la Sud ad abbracciare Perotti che decide l'ultima partita di questo campionato. Il 4° successo di fila è utile per festeggiare il record di punti della storia del club 87. Dzeko, con il gol segnato nel primo tempo in risposta a quello del sedicenne Pellegri, è il capocannoniere del torneo con 29 reti (39 stagionali).    
 



SORPASSO INUTILE
Emozione in tribuna, angoscia in campo. Il risultato è rimasto in bilico fino all'ultimo secondo di recupero. Il Genoa si è arreso solo al fotofinish. Alle ore 18,36 il Napoli, con il gol del solito Mertens, si è momentaneamente piazzato davanti alla Roma. Che con la rete di De Rossi, al 29° della ripresa, è tornata davanti. Ma solo per 5 minuti, cioè fino a quando ha segnato, dopo l'uscita a vuoto di Szczesny, Lazovic. Che, tra l'altro, subito dopo ha colpito il palo. Sarri è rimasto al 2° posto fino a pochi secondi dal 45° minuto. Perotti, di sinistro, ha certificato l'accesso diretto in Champions.

PUBBLICO COMMOSSO
Alla fine il giro di campo di Totti, accompagnato da Ilary, Cristian, Chanel e Isabel. Francesco in lacrime, come il pubblico che ha fischiato Pallotta durante la premiazione. Come De Rossi, Florenzi e Nainggolan. Altri fischi a Spalletti, quando è stato inquadrato sui maxischermi. Commovente il saluto sotto la Tevere, prima dell'inchino alla Sud sulle note di Roma, Roma, Roma e di Roma Capoccia. Poi De Rossi, in mezzo al campo, gli ha regalato un piatto d'argento con le firme di tutti i compagni e subito dopo il discorso del capitano. «In questi giorni ho pianto sempre da solo come un matto», prima di dedicare una lettera ai tifosi che gli hanno nuovamente urlato «Totti gol». «Starei qui altri venticinque anni» la battuta, prima di cominciare a leggere.  «Non ho voli di smettere, forse è però arrivato il momento. Spegnere la luce, però, non è facile». La Sud ha replicato: «Roma noi non ti lasceremo mai». «Vi amo« la ciusura d Francesco. Che poi ha consegnato la fascia a un piccolo calciatore del settore giovanile. I compagni lo hanno raggiunto a centro campo e lo hanno portato in trionfo. 

ENNESIMO STOP
Il pomeriggio è stato triste per l'addio del capitano, ma anche per l'infortunio di Emerson che, al minuto 13 del primo tempo, si è fatto male al ginocchi sinistro tentando un recupero: il fluidificante mancino ha, dunque, dovuto lasciare il campo. Adesso bisognerà aspettare gli esami strumentali per capire se sono interessati i legamenti.
La stagione rischia di finire proprio come era cominciata: la Roma, prima di Emerson, è stata costretta a rinunciare a Ruediger, Mario Rui e Florenzi (due volte) sempre per la lesione del crociato del ginocchio.  

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