Kevin, la resurrezione definitiva arriva nella “sua” partita

Kevin, la resurrezione definitiva arriva nella “sua” partita
di Alessandro Angeloni
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Domenica 4 Dicembre 2016, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 22:44
Ci voleva. Sì, per quella che oggi possiamo definire una resurrezione definitiva. Perché solo un gol nel derby ti fa sentire “più”, più di quel che eri, che sei e che sei tornato a essere dopo aver sofferto. Quel ginocchio maledetto, anche lui, avrà esultato mentre quella palombella di sinistro stava per accarezzare la rete. Strootman tira fuori il mascellone e urla la sua gioia al mondo, là sotto lo spicchio giallorosso. Pochi ma buoni. Una gioia da bambino, che poi si diverte a tirare l'acqua addosso agli avversari, a quello che sta in panchina, per farlo rosicare. Non si fa, ma nel calcio di sputi, fallacci, un goccio d'acqua che sarà mai. Quel gol sblocca il cielo, incupito da una partita brutta e molto tattica, fatta di fisico, e lui in questo è un maestro, ed energia.

Il derby, Kevin, è una di quelle sfide che ha fatto sua. In un modo o nell'altro riesce ad esserne protagonista, è stato così anche nel periodo del calvario, quando il suo rientro era ormai definitivo e invece si è riavvicinato il patatrac. Ricordate il derby della doppietta di Totti? Quello dell'acrobazia e del selfie? La Roma lo stava perdendo di brutto, poi Garcia ha mandato dentro il gigante venuto dall'Olanda e anche lì c'ha messo il sinistro. La partita è cambiata e da Kevin è arrivato l'assist del primo gol del capitano. Decisivo all'epoca, stradecisivo stavolta, perché la rete è tutta sua. In area ha rubato il pallone e ha spostato Dzeko con la mano, come a dire, non te impiccia', ci penso io. E lui ci ha pensato. La resurrezione del guerriero è definitiva. Nel derby. Che ha sciolto anche uno solitamente imperturbabile.
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