Eusebio e Simone, il derby dei tecnici tifosi

FOTO ROBERTO TEDESCHI
di Mimmo Ferretti
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Venerdì 17 Novembre 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:35
Eusebio & Simone hanno tante cose in comune. Innanzi tutto, sono due allenatori. Due bravi allenatori. Anzi, due tra i migliori allenatori dell’ultima generazione. Inoltre, guidano due squadre che li hanno visti protagonisti anche nelle vesti di calciatori. Due calciatori che, a guardare i risultati, sono entrati nella storia dei rispettivi club. E, dando un’occhiata alle statistiche, non è così facile trovare tecnici/ex giocatori con queste caratteristiche. Non mancano precedenti, anche illustri; ma qui stiamo parlando di due campioni d’Italia, Di Francesco con la Roma e Inzaghi con la Lazio. Infine, c’è un dato da non sottovalutare: Eusebio è dichiaratamente tifoso della Roma, così come Simone lo è della Lazio.

LAVORO E PASSIONE
Nessuno dei due ha mai nascosto la sua passione; anzi, per certi versi entrambi ne hanno fatto un vanto. È stato forse più facile esternarla per Inzaghi, che ha vissuto tutta la sua carriera da tecnico con i colori bianco e celeste, ma Di Francesco non ha mai nascosto la sua fede anche quando allenava il Sassuolo. E domani all’Olimpico andrà in scena un derby singolare, non inedito, ma particolare: sulle panchine di Roma e Lazio, due ex di Roma e Lazio. Non è accaduto tante altre volte, in passato: l’ultima fu con Bruno Conti (258 partite di campionato con la prima squadra della Roma) contro Giuseppe Papadopulo (69 presenze con la Lazio). Era il 15 maggio del 2005, e la stracittadina terminò (tra le polemiche e le proteste di entrambe le tifoserie) sul punteggio di 0-0. Non ci sono tracce certe, invece, del primo derby con due allenatori/ex giocatori a guidare Roma e Lazio: probabilmente dobbiamo risalire al Campionato Romano (Divisione Nazionale, XI zona), stagione 1943-44, quando i giallorossi erano allenati da Guido Masetti (portiere con 339 presenze) e i biancocelesti da Dino Canestri (attaccante con 26 gettoni di presenza). Quella partita, 9 gennaio 1944, finì in parità, 1-1, con i gol del laziale Manola ed il pareggio di Amadei.

UN CALCIO PER DUE
Tornando ai giorni nostri, non v’è dubbio che Di Francesco e Inzaghi stiano (pesantemente) incidendo sul cammino da vertice di entrambe le squadre. Il laziale, che vanta un punto in più in classifica, può contare anche su un anno abbondante in più di lavoro con la propria squadra; il romanista ha preso in mano la squadra soltanto all’inizio del luglio scorso, ed i lavori sono ancora in corso. Anche se la Roma ha via via dimostrato di capire, e di trasportare in campo, le idee del suo tecnico. A giudicare da quanto visto finora, il confronto di domani si annuncia carico di tante (belle) cose sotto l’aspetto tattico: Di Francesco parte sempre con il 4-3-3, Inzaghi con il 3-5-1-1. Due modi diversi di interpretare il calcio, ma un’idea in comune: controllare la situazione. Uno affidandosi, ad esempio, ad una linea difensiva molto alta, l’altro ad una un po’ meno rischiosa. Ma ciò che realmente conta, al di là di questo o quell’accorgimento, è la minuziosa preparazione della partita da parte di entrambi. È vero, tutti gli allenatori (quasi tutti...) lo fanno, ma guardando il lavoro di Eusebio & Simone si ha l’impressione che i due lo facciano con un’attenzione che sfugge a gran parte dei colleghi. Sfumature, trappole, mosse, contromosse e bluff. Tutto il repertorio completo del bravo, e moderno, allenatore. E, vista la posta in palio domani, non v’è dubbio che i due ne abbiano già studiato qualcosa di inedito. Perché qui non si tratta di vincere una partita, ma il derby. E i due di derby romani se ne intendono. La loro prima stracittadina da avversari, nelle vesti di calciatori, risale al 21 novembre del 1999, Roma-Lazio 4-1, con Di Francesco in campo nella ripresa al posto di Zanetti e Inzaghi dentro sei minuti dopo per sostituire Salas. Curiosità: il laziale non ha mai segnato alla Roma; il romanista ha fatto un gol alla Lazio, Lazio-Roma 3-3 del 29 novembre 1998. Una vita fa.
 
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