Contro il
Torino è stata la prima partita della stagione in cui è partito titolare.
Hector Moreno è stato il primo acquisto di
Monchi, presentato inzialmente come il sostituto di
Vermaelen, adesso si sta integrando, ha superato l'infortunio muscolare alla coscia, ha imparato la lingua italiana e sta prendendo confidenza con la Serie A: «Sapevo di aver bisogno di conoscere meglio il calcio italiano, sono abituato a un tipo di calcio diverso. Il mio allenatore mi diceva di giocare contro il mio uomo, di ammazzarlo e basta. Quello era l’importante. In due e tre mesi ho imparato molto e sono cresciuto», ha detto il difensore a Roma Radio. Tra
Messico e
Olanda, Moreno ha sperimentato sia la difesa a tre che quella a quattro: «Sono cresciuto grazie a Pochettino e van Gaal, mi trovo bene con entrambe le difese, ma ho giocato di più con quella a quattro. In nazionale, invece, ho giocato con quella a tre dove hai più libertà di andare con la palla in avanti ed hai più spazi per correre perché diventi un terzino se non giochi centrale. Non ci sono differenze, l’importante è non prendere gol».
CONTINUITÀ
Era fondamentale per la
Roma dare continuità alla prestazione di
Londra, ottenendo i tre punti in campionato per non perdere terreno dalla testa della classifica: «Mi hanno detto che erano quattro anni che non vincevamo a Torino. A fine partita a Londra c’era qualche rimpianto, ma volevamo continuare in quel modo. Era importante vincere questa partita in trasferta per affrontare bene le due prossime partite in casa. Siamo contenti di essere cresciuti in questi due o tre mesi e possiamo fare molto di più. Kolarov ha fatto prima di me a integrarsi perché parla italiano. Mi sono trovato benissimo dal primo giorno, sia nel club che nella città». Poco impiegato da Di Francesco (solo 117' giocati da inizio campioanto), Moreno contribuisce a tenere alto il morale del reparto: «Quando non gioco sono contento se uno dei miei compagni fa una buona prestazione. Quando avevo vent’anni magari speravo in un errore per poter giocare, ora no. Non importa chi gioca, basta che vinca la Roma».
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