LA GARRA
Lo abbiamo lasciato a San Siro, con quel missile verso Donnarumma, lui che è andato sempre a segno nelle ultime cinque gare in cui è sceso in campo, realizzando due doppiette. A proposito di doppiette, lo scorso anno ha punito il Napoli al San Paolo due volte, lui l’artefice di quella vittoria. E domani gli tocca di nuovo disturbare Koulibaly, che proprio in quella sfida gli ha gentilmente regalato un gol (perdendo un pallone sulla bandierina, da lì è nata l’azione della rete di Edin, che poi ha replicato nel finale). Napoli significa match scudetto, e significa Mertens, l’altro bomber con cui è nata una sfida quasi insolita, inaspettata. Dzeko è uno dal gol facile e dal gol importante, ha segnato alla Juve, all’Inter, appunto al Napoli, alla Lazio, al Milan, in più si è divertito con tutte le altre, dall’Udinese al Benevento. Forte con le deboli e forte con le forti. Numeri da capogiro, ma ora Edin stai calmo, stai calmo (citando Manolas). stai calmo perché il bello può ancora arrivare, o deve ancora arrivare e serve anche la garra intravista (e qui siamo alla sorpresa vera) contro il Milan, quando preso dalla rabbia stava per essere espulso. E Manolas, che veniva raccontato come nemico di tutti, gli ha preso la testa, lo ha guardato negli occhi e dolcemente gli ha sussurrato: «Stai calmo, Edin». Lui sin è calmato e ha deciso il match. E Di Francesco, che ha trovato un sistema diverso da Spalletti per stimolarlo, a lui si affida sempre, mandandolo in campo oltre ogni legge del turnover. Lui, finché ce la fa, ecco lì, con quel sorriso gentile continua a mettere dentro il pallone, come nulla fosse. Edin Dzeko è stato inserito nella lista dei 30 candidati al Pallone d’Oro di quest’anno. Edin non è un novizio, già nel 2009 è arrivato al tredicesimo posto della classifica finale. Giocava nel Wolfsburg, che la lasciato dopo 142 e <TB>85 reti. Ora siamo di nuovo a quelle medie. Quindi stai calmo, Edin. O se ti fa piacere, agitati pure.
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