La Roma riparte dal via, sempre i soliti nomi per la panchina

La Roma riparte dal via, sempre i soliti nomi per la panchina
di Ugo Trani
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Venerdì 21 Aprile 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:52
 Il cilindro di Baldini, sindaco di Roma (ma fuori del GRA: vive tra Londra e Città del Capo), non resta mai vuoto. Pallotta si fida del suo consulente che, dopo aver riportato Spalletti a Trigoria nel gennaio 2016, deve ora trovare il sostituto di Lucio che sta per fare salutare. Così «Frank», come lo chiamano a Trigoria, si è messo al lavoro da qualche settimana. E’ il manager di riferimento, almeno per la sfera tecnica, della proprietà Usa. Di base sta nella City, ma è in ogni luogo. Blitz ne ha fatti e altri ne seguiranno. Il presidente non gli ha messo fretta: basta che il tecnico abbia il profilo ideale. E cioè deve essere pronto a valorizzare i ragazzi del vivaio e, per il momento, non chiedere gli investimenti che il Financial Fair Play, fino al 2018, impedisce al club giallorosso. I contatti, avvertendo per correttezza Monchi (del resto pure il nuovo diesse lo ha scelto lui), con i candidati lievitano: in scena, il regista, ha appena riconvocato Blanc.
SOLITA TRACCIA
Il copione piace molto a Baldini. Va bene per ogni stagione, quando c’è da cambiare allenatore. Sono anni che, per conto della Roma, chiama gli stessi tecnici. Che appaiono e scompaiono come se niente fosse. Blanc fu avvicinato nel 2012, prima della virata su Zeman (a proposito di cavalli di ritorno), e nella primavera del 2013, quando non perse il ballottaggio contro il connazionale Garcia: Laurent, lasciata la panchina della nazionale francese (si dimise dopo il ko contro la Spagna ai quarti di Euro 2012), preferì il Psg (ultimo club della carriera) e favorì indirettamente Rudi. Il consulente è di nuovo tentato da Blanc che gli piace per l’immagine e per l’esperienza. L’ex ct dei Bleus ha lo spessore internazionale che serve alla Roma, è aziendalista chic e conosce il nostro campionato (e la nostra lingua), avendo giocato in Italia sia nel Napoli (1991-1992) sia nell’Inter (1999-2001). Dalla Francia confermano l’interessamento del club giallorosso. Così come a Parigi sanno che pure Emery, spinto da Monchi e accettato da Baldini, è nell’elenco. Lo spagnolo, come Blanc, ci finì anche in passato. E come Montella, dopo l’addio di Luis Enrique. Vincenzino, in ballo fino a pochi giorni fa, adesso sembra aver convinto Fassone e quindi dovrebbe restare al Milan. Lucho, invece, lascerà il Barcellona. Ma, interpellato dall’amico «Frank», ha declinato il nuovo invito a Trigoria: andrà al mare. Dalla lista, oltre al preferito Sarri, il consulente non esclude Gasperini, Mancini e Paulo Sousa.
TENTATIVO INUTILE
Baldini, presentandosi nella Capitale lo scorso 22 marzo, ha provato a trattenere Spalletti, nel vertice in pizzeria con Pallotta e il management italiano del club. Niente da fare. Anche perché il presidente, davanti ai suoi collaboratori, avrebbe rispedito al mittente alcune richieste del tecnico (il condizionale ci sta, nonostante i tanti testimoni). Il consulente si è arreso quella sera. Ma la bandiera bianca l’ha usata per nascondersi all’uscita del locale di via Sardegna: tovaglia o asciugamano non si sa, ma non per travestirsi da sceicco, argomento che con lui è meglio non toccare più dal febbraio 2013. Da un mese, invece, la Roma sa che dovrà di nuovo voltare pagina. L’attuale tecnico, con «Frank» pronto ad aprirgli la porta del Tottenham (l’Inter, però, è alla finestra), ha già comunicato a qualche big che si farà da parte. Dzeko è tra questi. Basta ricordare che cosa disse il capocannoniere dopo Roma-Empoli di sabato 1° aprile: «Spalletti forse va via anche se dovessimo vincere qualcosa».
 
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