Roma, i sette giorni di Di Francesco: dalle facce scure ai sorrisi. Il gruppo si è ritrovato

Roma, i sette giorni di Di Francesco: dalle facce scure ai sorrisi. Il gruppo si è ritrovato
di Gianluca Lengua
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Domenica 4 Marzo 2018, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 17:10
C’é aria positiva a Trigoria dovuta al risultato, per certi versi inaspettato, che i giallorossi hanno conseguito in un campo complicato come il San Paolo. Il presidente Jim Pallotta, che dovrebbe volare nella Capitale per la sfida di ritorno di Champions contro lo Shakhtar, è al settimo cielo nonostante gli alti e bassi che la Roma ha avuto nel corso del campionato. Di Francesco può respirare dopo una settimana di polemiche, e i calciatori potranno approcciarsi al futuro con consapevolezze rinnovate. La prestazione di Napoli è stata tra le migliori, se non altro la più convincente, che Nainggolan e compagni hanno disputato in questa stagione (prima viene solo Roma-Chelsea 3-0 dello scorso 31 ottobre), ma il grande dubbio che l’ambiente si pone è se sarà possibile riproporre un gioco così spettacolare anche in futuro.

LE MOTIVAZIONI
La squadra ha dimostrato di avere notevoli mezzi tecnici: Dzeko, con la sua doppietta, ha cancellato in un istante sei mesi di polemiche (gli ultimi due, caldissimi); Nainggolan è tornato il guerriero di una volta e Perotti si sta guadagnando la convocazione al Mondiale. A proposito dell’argentino, a fine partita ha confidato ai cronisti che: «Fosse stato licenziato Di Francesco sarebbe stato ingiusto: è un allenatore che lavora tanto e abbiamo reagito anche per lui». Una motivazione certamente nobile, perché battersi in campo per salvare un tecnico dalle forche pungenti della critica (e quindi dal possibile esonero), a Trigoria non si vedeva da tempo. Da venerdì sera, però, la squadra dovrà trovare nuove motivazioni e proporre il calcio che tifosi, dirigenza e presidente stesso, si aspettano. L’obiettivo resta la qualificazione in Champions League, ma se dovesse arrivare anche il passaggio del turno ai quarti di finali, allora la stagione assumerebbe tutt’altro senso. Monchi e Pallotta non possono far altro che restare a guardare come la squadra si comporterà nelle prossime settimane, per poi tirare le somme e approcciarsi al mercato estivo valutando eventuali cessioni. Ecco servita una motivazione in più per far bene, nel caso in cui quella del tecnico non fosse più valida.
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