E invece lì non è successo niente. Ma io non mi sento sotto pressione, faccio sì che la pressione non arrivi a me - sottolinea il giocatore tedesco -. Ogni giocatore ha una mentalità diversa: alcuni se ne curano, e quindi si sentono sotto pressione e non riescono ad essere al 100%. È una cosa importante, penso: se puoi lavorare senza che le persone ti disturbino diventa tutto più semplice». Insomma Ruediger in campo difende la Roma, mentre fuori si difende da Roma. «Non è importate se mi piace o no. Conta se tu ci fai caso, se la tua testa è concentrata su quello che pensano gli altri. Io non sono così, ma non significa che non mi interessi. Io la chiamo protezione. Sto solo proteggendo me stesso. Perché se inizi a pensare a ciò che dicono gli altri poi non puoi giocare a calcio».
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