Roma, Spalletti: «Con la Samp dobbiamo essere compatti e giocare all’attacco. Florenzi? Può fare il terzino»

Roma, Spalletti: «Con la Samp dobbiamo essere compatti e giocare all’attacco. Florenzi? Può fare il terzino»
di Gianluca Lengua
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Sabato 10 Settembre 2016, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 15:10

Luciano Spalletti ritroverà solo oggi tutti nazionali assenti la scorsa settimana. Il tecnico non ha allenato la squadra per due giorni per la scomparsa dei due suoceri: «Ringrazio tutti per i messaggi che mi avete mandato e quello che è successo mi spinge per avere sempre più attenzione per tutte le cose che facciamo per le persone malate di cancro». Domani la Roma giocherà contro la Sampdoria, sarà una partita determinante per trovare il morale perso nei primi match di inizio stagione. Queste le parole di Spalletti in conferenza stampa. 

Infortunati. «Ruediger e Mario Rui sono indisponibili. Vermaelen va testato oggi perché ha una situazione che va tenuta sotto controllo. De Rossi e Perotti sono disponibili».

La ripresa. «Dopo la sosta non li ho ancora visti, non ci ho lavorato. Tra viaggi e partite devono recuperare, ha fatto allenamento ieri. Adesso dobbiamo riordinare le idee, oggi saranno tutti a disposizione ed è importante il messaggio che lasceremo. Erano molto dispiaciuti per l’ultimo risultato e sanno benissimo che tipo di resistenza bisogna avere per tornare alle vittorie. Le teste deve guardare in quella direzione e non ho dubbi sui miei calciatori. Loro li conosco, eccetto qualcuno che è venuto quest’anno, ma la storia parla per loro». 

Giampaolo. «Con lui è facile avere rapporto perché è una persona di grandi valori umani e calcistici. Ormai lo conosco bene, abbiamo passato delle serate insieme a parlare di allenamenti. Riesce a plasmare una squadra e i suoi ragionamenti passano per le misure di squadra. Basta vederli giocare due partite e si vede la sua mano, nonostante sia stata allenata prima da Montella che ha fatto vedere la sua qualità professionale. Con Giampaolo si vede qualcosa di suo, con lui siamo amici».

La formazione. «Noi dobbiamo ancora fare dei passi in avanti, abbiamo perso distanza di squadra non riusciamo ad essere compatti e corti. Se ci riesci puoi ragionare diversamente. Florenzi può fare benissimo il terzino ma quando fai delle scelte del genere la squadra deve comandare il gioco. Se hai due terzini che spingono non devi aspettare gli altri. Loro possono convivere e noi dobbiamo giocare all’attacco e tenere palla perché è la nostra qualità. Se attacchi e tieni palla hai la possibilità di accorciare il campo, ma non siamo ancora bravi e dobbiamo migliorare». 

Tifosi allo stadio. «La penso come Baldissoni sul fatto di poter lasciare l’Olimpico. È una questione che riguarda la società, però, se si allude alla poca presenza dei tifosi diventa dannoso per la squadra. L’Olimpico vuoto ti rafforza meno e ti toglie anche di più. Per la società è un tema caldo e la penso come lui». 

Gli allenamenti della Roma. «Si fa meno di quello che si fa in Nazionale e meno di quello che si fa alla Juventus. Io non so quello che fa Allegri, lo copierei perché vince molto. Noi abbiamo il nostro di lavoro. Noi abbiamo il nostro di lavoro che facciamo con coerenza e professionalità. Come lavora la Roma nei loro confronti non lo so: corsa, resistenza, pallone, calci da fermo, rimesse laterali, palla sopra quando si chiudono».

Florenzi. «È bravo ovunque e si può mettere dove vuole. In questo momento va valutato anche nei confronti della squadra per questa sua duttilità di fare tutto, ma deve farlo bene. In previsione della nostra struttura Ruediger sta facendo passi importanti e cerco di tenere tutto in considerazione. Si è allungata un po’ la misura della nostra squadra e non dobbiamo farlo: dobbiamo riprendere subito le nostre distanze. Florenzi sa benissimo sforare oltre la linea offensiva, quello che subisce a volte in difesa lui lo crea ai difensori avversari». 

L'analisi. «In qualsiasi situazione ha un valore per il risultato. Il modo di stare insieme, di allenarsi, invogliarsi, di fare l'allenamento: quello che ora diventa fondamentale è riuscire ad essere una squadra con una misura giusta, di sviluppare le azioni, di stare dentro il campo. Vogliamo essere più compatti, corti, continui nel ricercare quello che vogliamo attuare. Lo scorso anno dopo un inizio così e così ci siamo riusciti e allora poi è stato facile esaltarsi. Quando una squadra si allunga così è più difficile aiutare un compagno, perché sono tanti metri. Oggi al rientro faremo un'analisi di quella che è stata la nostra piccola storia di quest'anno. È già un momento per poterne parlare e per analizzare le partite. Non dobbiamo andare a Cagliari e giocare la palla buttata e basta, dobbiamo manovrarla da dietro perché la nostra qualità ci impone di fare questo.

Qualità che poi ti porta ad avere successo. Pochi passaggi mirati, poche personalità nel gestire le situazioni dove ti pressano. Non siamo giocatori da Roma e non sono un allenatore da Roma, l'ultimo spezzone di partita contro il Cagliari ha evidenziato questo. Si è rifatto come abbiamo fatto lo scorso anno, la palla ci brucia e spesso si perde. Quello che mi dà più fastidio è che spesso abbiamo rinunciato e questo non mi piace per niente».

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