Ferrero e la sua Roma: «Boni, ma se vinco domenica...»

Ferrero
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Giovedì 8 Settembre 2016, 18:48
«Boni, state boni, sò appena passate due giornate. Certo, se vinco domenica....». Massimo Ferrero proprio non ce la fa a tenersi e a tre giorni dal big-match dell'Olimpico contro la Roma, da primo in classifica, dice chiaro e tondo che «un pensierino a fare bottino pieno ce l'ho». Nessuno a inizio stagione aveva previsto che la "sua" Samp sarebbe stata, a sorpresa, dopo due giornate in testa alla classifica a punteggio pieno: «L'hanno detto perchè sò invidiosi, ma se vinco domenica, poi batto il Milan in casa e vinco col Bologna. C'ho un centrocampo che se la gioca con tutti - aggiunge, con una punta d'orgoglio -. Su di noi vedo solo tanta invidia, perché la Roma chiede Schick (nazionale Under 21 della repubblica ceca, ndr), ma io gliel'ho scippato. Poi ho preso Linetty a tre milioni, l'ho sfilato a tutti, mentre gli altri pagano decine e decine di milioni...».

Domenica, intanto, c'è l'esame Roma, la squadra della sua città e anche il suo amore calcistico, almeno fino a quando non ha preso in mano le redini del club blucerchiato. «L'emozione io ce le ho sempre - confessa - perché sono empatico, sono uno che vive di emozioni, si sveglia la mattina e canta perchè vedo il sole. Io sono nato a Roma e di questa mia romanità sono orgoglioso ma io adesso voglio e devo pensare solo alla mia squadra. Andiamo a Roma con la voglia di giocarcela e cercare di fare bottino pieno, sempre che un pò di fortuna ci assista, perchè la Roma è favorita, ma hai visto mai???», chiosa divertito Ferrero, mentre in autobus sta per andare all'Adriano, una delle multisala cinematografiche che il suo gruppo ha rilevato nel 2009 dalla Safin di Cecchi Gori.

«Ho voglia di fare qualcosa di bello - aggiunge - e voglio esserne orgoglioso. Per me la Sampdoria è comunque un'azienda e io sono quello di sempre, con la cultura del lavoro e del rispetto: per venire all'Adriano ho preso l'autobus.
Io nasco dentro il teatro di posa, dove c'è cultura e ho imparato che anche il calcio è cultura. Io giro in Smart e siccome oggi l'ha presa mia figlia, allora ho preso l'autobus. Faccio due-trecento foto con i passeggeri, gli autisti mi gridano "Forza Roma presidè", e poi scendo».
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