Spalletti provoca: «Totti usato per spaccare la Roma. Se smette me ne vado...»

Luciano Spalletti
di Gianluca Lengua
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Sabato 17 Settembre 2016, 13:23 - Ultimo aggiornamento: 14:43
La Fiorentina per dimostrare il valore della Roma dopo un inizio stagione deludente. Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia, parla di equilibri assenti e troppi alti e bassi, difende Juan Jesus dall’errore di Plzen, ammette che non si deformerà fino a fine stagione e lancia una stoccata ad Allisson. Nelle battute finali il tecnico lancia la provocazione: «Se Totti smette di giocare io smetterò di allenare la Roma». Queste le parole del tecnico:
 
Infortunati. «Mario Rui, Ruediger e Nura indisponibili. Vermaelen dopo la partita di Cagliari ha avuto un fastidio, poi è partito con la Nazionale con cui ha fatto gli allenamenti e nella prima amichevole non ha giocato. Gli sono stati somministrati anti infiammatori è tornato ed è stato fermo con la Sampdoria, abbiamo provato per Plzen ma ci stavano dei dubbi e si è visto che non era in grado di scendere in campo. Ora ha ancora questo fastidio e se si riusa andrà tenuto fuori. Ruediger nelle prossime settimane inizierà il lavoro di confidenza con la Primavera e tra 15/20 giorni sarà in grado di allenarsi in maniera più vera con la Primavera e tornerà con noi».
 
La Fiorentina. «Sono rimasti gli stessi, sono una squadra forte oltre ad avere un allenatore forte e stimato da tutti in una piazza non facile come quella di Firenze. Ha conoscenze importanti per convincere in quella piazza. Giocano un buon calcio fatto di possesso palla e giocate per andare a fare gol e vincere. Si alzano un po’ e soffrono in fase difensiva, come accade a tutte le squadre che cercano di giocare nell’area avversaria. Il Franchi crea qualcosa di particolare, ma ogni partita è difficile. Ieri ho assistito a quella della Sampdoria contro il Milan ed è stata affascinante e ha fatto vedere le insidie del campionato. La Fiorentina è candidata ad arrivare nelle zone alte della classifica e sarà difficile affrontarla. Noi dobbiamo cercare equilibrio nella prestazione e non gli alti e bassi visti fino ad oggi».
 
Salah. «È rimasto legato a quella piazza e vuol far bene con la Roma e metterà tutto se stesso. Attacca di continuo la linea difensiva, ha l’imprevedibilità nella palla sui piedi, esce da situazioni da solo che non ti aspetti. Non c’è da dargli troppe indicazioni altrimenti viene limitato, è bravo ad andare sulla linea difensiva. Iturbe invece deve riconoscere quello che deve fare. Salah ha più estrosità, più talento nel fare le cose. Nel suo comportamento di riempimento ci dovrebbe essere di lottare per qualche pallone in più, quando il suo avversario è alle costole riesce a prendere qualche metro. Se invece lo ha ancora più vicino deve migliorare nel contrasto, è un giocatore affidabile».
 
Ambiente Roma. «Questo è l’ambiente ideale dove lavorare, se mi dovrò deformare lo farò a fine anno. I giocatori sono forti e ci continuerò a credere e seminare. Se si semina bene qualcosa nasce, su Iturbe ho detto rimandato, non ho detto che è da buttare via. Questa è la rosa che ho voluto che mi soddisfa e non mi deformo, Roma è l’ambiente ideale per lavorare. Bisognerebbe far nascere l’entusiasmo di chi supporta e chi no, i giocatori nonostante abbiamo una testa, se fossero messi in un ambiente ideale sarebbe più facile dare qualcosa in più. Vivere sempre nel dubbio e tra lese ispirazioni fa male, è lì che ci vorrebbe più carattere, qualcuno lo sa e non riesce a opporsi nella maniera corretta, bisogna vincere lavorando in una maniera corretta facendo un percorso con un modo di pensare e di fare che deve determinare il futuro».
 
La difesa. «Abbiamo preso qualche gol di troppo, ma ne abbiamo fatti anche diversi. La difesa ha un’importanza effettiva nell’economia del gioco di squadre e nel raggiungimento dei risultato. Se guardo il gol di Jesus metto in evidenza anche il fatto che lui abbia preso un colpo e che non è al meglio. Nella presa di posizione sul gol a Plzen fa capire che non c’entra nulla la qualità del giocatore, il momento che stiamo attraversando lo porta più a commettere la banalità. La troppa voglia di ricerca ha causato qualche errore che non dobbiamo commettere, quando si parla di testa dobbiamo avere il lavoro giusto ed i pensieri giusti con la fiducia che riguarda il futuro, picchettandolo. Deve essere una costante di tutti quelli che lavorano nella Roma dare una forza».
 
Il centravanti. «Sono divisioni a cui non penso, lo formazione dell’anno scorso ha dato dei vantaggi e profitti. Quella formazione la penso anche con Dzeko perché diventa più possente ed più possibile trovare soluzioni, se l’ho lasciato fuori a Plzen è per averlo fresco a Firenze. Salah ed El Shaarawy anche hanno fatto bene, ma non è sempre la stessa cosa. Devo piantare fiducia perché poi qualcosa nascerà e su quello ci si può costruire anche il resto. Attualmente dobbiamo trovare un equilibrio di sostanza, senza subire o creare alti e bassi dove non riusciamo ad essere una squadra forte che può ambire a risultati importanti. Questo si fa attraverso la semplicità, con una rete di passaggi semplici e continui, dove allo step successivo si ricrea la stessa possibilità».
 
 
Il portiere. «Sono due calciatori normali, ragiono come in un calcio moderno. Poi se lo chiedi a loro ti dicono che vogliono sapere se sono titolari o no. Sei titolare se fai bene altrimenti gioca l’altro. Ci sono momenti in cui puoi cambiare come ho fatto a Plzen, probabilmente sbagliando. Noi abbiamo avuto un momento difficile, c’è del lavoro da fare che è lì e aspetta di essere fatto per lasciare una Roma migliore rispetto a come l’abbiamo trovata».
 
Totti. «È possibile vederlo dal primo minuto in qualche partita, quando è entrato ha fatto il suo lavoro e lo ha fatto bene. Francesco viene anche usato in maniera sbagliata, anche lui lo avverte, involontariamente, ma lo avverte. L’anno scorso ho parlato a Francesco dentro la mio ufficio e si è partiti per un tragitto lungo tutto l’anno. La squadra poi ha iniziato a fare bene dopo dieci giorni. Io cerco altri riferimenti, voi no. Usate questa cosa qui per creare distacco nella Roma, si usa Francesco per spaccare la Roma. La società non va bene, il direttore generale non va bene, l’ambiente non va bene, quelli che lavorano nella Roma non vanno bene, le macchine che si usano sono bordeaux anziché celesti. Si è costruito uno spogliatoio nuovo, Pallotta si è dato da fare per costruire le cose solide che nessuno potrà portare via. Più che dire che Francesco è un genio che cosa dobbiamo dire? Ha un età e va gestita e deve aiutare a far crescere altri come lui. Ha dato un contributo fondamentale, ma anche il resto della squadra ha creato la possibilità del preliminare. Francesco è straordinario, ma non si farà mai nulla se c’è solo Francesco. Lui ha vinto tante cose, ma da solo non basta. La passione degli sportivi poi è un’altra cosa, la Roma deve essere anche altre cose. Stamattina ero con lui a fare colazione, si è allenato prima della squadra perché parteciperà ai funerali della zia. Noi ne abbiamo parlato e non ho nulla contro di lui. L’ultima stagione di Francesco la dirà il campo, perché io posso anche dire che continuerò ad essere allenatore della Roma solo se ci sarà Francesco. Nessun l’anno scorso ha riconosciuto i meriti della squadra, perché il record di punti del girone di ritorno lo ha determinato la squadra. Non solo non ho cambiato idea, aggiungo pure che se l’anno prossimo non ci sarà Totti non sarò l’allenatore della Roma».
 
 
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