Roma, Spalletti: «Ma quale sfigato,
​sono una persona fortunatissima»

Roma, Spalletti: «Ma quale sfigato, sono una persona fortunatissima»
di Gianluca Lengua
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Sabato 18 Marzo 2017, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 01:01

Prima prova a parlare di calcio, ma poi il rancore verso la stampa esce fuori per l’ennesima volta. Luciano Spalletti alla vigilia della gara contro il Sassuolo torna sul tema “sfiga” sviscerato nel post gara del Lione: «A me la sfortuna non può togliermi nulla. La fortuna e la sfortuna hanno una connessione con il sudore. Io sono allenatore della Roma e gli sfigati siete voi che fate le psicoanalisi a me». Ecco le parole del tecnico in conferenza stampa. 
 
Infortunati. «Ho visto buone intenzioni e grande disponibilità a mettere a posto quello che può venir fuori da una sconfitta del genere. La pesantezza dei duelli e degli scontri quando esci sconfitto fa ancora più male. Ci sono molte botte da mettere a posto. Edin ha preso un calcio e una botta in faccia e poi ci sono stati altri contrasti, ma di infortuni veri e propri non c’è il sentore. L’allenamento di oggi diventa fondamentale per vedere se le sensazioni che abbiamo avuto sono giuste oppure no».
 
Le motivazioni. «Bisogna essere obiettivi e raccontarsi la verità, dicendo quello che si pensa. Bisogna confrontarsi, essere realizzati ed analizzare le situazioni. Sono state partite in cui il giorno dopo quando ti alzi hai la sensazione di non avere nulla in mano, di non accendere la luce quando vai in bagno per non guardarti. È una sconfitta che brucia, che dà fastidio. Dobbiamo affrontare nella maniera corretta la cosa, la partita ha detto che hai tutto in mano, la prestazione è quella, l’asticella della tua squadra è quella. Ci sono possibilità belle, perché è vero che manca questa competizione di livello, ma è stata determinata da una partita che avevi meritato. I calciatori della Roma l’avevano meritata, quella è la partita che volevo che avessero giocato. E l’hanno fatto. Questi risultati ti lasciano senza fiato, ma poi i discorsi devono essere corretti: questo è il nostro livello di calcio giocato contro una squadra forte. Abbiamo fatto 25 tiri in porta, poi abbiamo concesso qualcosa nel finale dove forse ci siamo fatti prendere troppo dal tempo restante. Il Barcellona ha vinto l’ultima partita con sei gol, ma ha fatto meno tiri in porta della Roma. Quindi cosa dici? Dico che 25 tiri in porta sono tanti e i ragazzi sono stati bravi. Auspico che anche nelle prossime partite facciano bene come in quella partita e se continuano così rimarremo ancora una volta in Europa. Noi tenteremo di essere quelli del Lione anche domani sera, ieri molti calciatori hanno fatto subito fuori il defaticante mentre di solito dopo una partita così aspra non ce la fai a portarli fuori. Nel giro telefonico del dottore non c’è nessuno che vuole recuperare, sono dettagli fondamentali che mi fanno capire che ho a che fare con ragazzi di qualità degni di una città come Roma e di una tifoseria come Roma».
 
Il Sassuolo. «Di Francesco è un ragazzo serio ed eccezionale, un professionista di assoluta qualità. L’anno scorso ha fatto un grandissimo campionato, adesso ha una squadra forte tra le mani. Quello che gli è successo quest’anno è normale ed è causato dalla qualità dello scorso anno. Non è facile per una squadra come il Sassuolo tenerla a quei livelli. Ci può stare il momento negativo, ma hanno calciatori forti che abbiamo guardato anche noi come Defrel. Hanno Berardi, dei nazionali, un gioco di squadra, un modo di giocare frutto del lavoro portato avanti con lo stesso disegno tattico. Ha una vocazione offensiva di vedere il calcio, hanno fraseggio e verticalizzazioni. Sono una squadra forte».
 
Migliorare il possesso palla. «Spesso quando si parla della partita si vede che le squadre forti cominciano da dietro. Hanno un portiere che sa giocare con i piedi. Ad esempio una squadra in cui i centrali sanno fare i registi è il Napoli. Noi sotto questo aspetto qualcosa dobbiamo migliorare: Ruediger, Fazio e Jesus lo sanno fare ma si può migliorare. Non abbiamo avuto il tempo per lavorare su di loro. Noi abbiamo margini di miglioramento su tutti. Che tempo ho avuto per lavorare su di loro per essere al livello di altri club? Poi si va dentro una lettura più approfondita e si vede che Ruediger si è fato male ed ha saltato preparazione, Fazio e Vermaelen sono arrivati prima che iniziasse il campionato, Rui si è fatto male in preparazione. Ora la difesa è di un altro livello, ma puoi allenarti solo a livello singolo perché le partite sono tutte ravvicinate. Oggi non possiamo fare un allenamento con ritmi alti, è sempre un allenamento a cui manca qualcosa. Da quando siamo partiti a giugno ad ora si vedono le differenze, poi c’è chi non vuole vederle». 
 
Sfiga o fortuna. «Io non sono sfigato. Ho raggiunto un livello di vita e di professione che a 60 anni è quello lì. La sfortuna non può togliermi nulla se non una partita persa. Spero lo sia anche per te, la sfiga o la sfortuna non può determinare nulla su quello che ho raggiunto. Io sono fortunatissimo, non posso essere sfigato. I miei risultati sono quelli ormai. Anche il tuo risultato è questo, spero che la fortuna ti possa dare qualcosa e la sfortuna togliere nulla. A me la sfortuna non può togliermi nulla. La fortuna e la sfortuna hanno una connessione con il sudore. Io sono allenatore della Roma e gli sfigati siete voi che fate le psicoanalisi a me. Avete chiesto aiuto dell’artiglieria pesante, avete mandato agenti sotto falso nome a vedere che luna ho oggi. A volte invece che articoli sportivi mi sembrano oroscopi, io sono una persona fortunatissima. Non posso avere più sfortuna ormai».  
 


 
Lotito presidente della Lega di B. «Non mi garba, però faccio parte della mia associazione e sto con loro. Ho delle cose da chiarire e la cosa non mi piace».
 
Ribaltare il campionato. «A me è sempre sembrato di essere molto normale e disponibile in conferenza. Nella squadra si usa trovare dei momenti e dei perché. La squadra nelle prossime cinque le può vincere tutte. Poi se vinci, gli scenari possono cambiare. La volata se sei nel gruppo in cima è più facile. Gli abbiamo detto che queste partite determinano la volata».
 

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