TOTTI C’È
Al centro dei pensieri di Spalletti c’è sempre Totti, il numero 10 a quarant’anni riesce ancora a ritagliarsi degli spazi da protagonista in campo: «Per il momento lo vedo calciatore: ora deve fare bene questo. A mettere le mani avanti si torna a fare quei giochini che gli tolgono forza. Ama fare questo, vuole ancora il contatto con lo spogliatoio e con l’erba: se proviamo ad accorciargli questa propensione, lui ci si attacca di più. Poi non so se riuscirà in futuro a sentirsi in un ruolo o in un altro, deve deciderlo lui, ma qualsiasi cosa faccia, la dovrà fare con la stessa qualità con la quale ha fatto il calciatore. La Roma ha bisogno di vincere».
BALDINI VICEPRESIDENTE
Il tecnico parla anche dell'addio di Sabatini: «Lui mi aveva detto qualcosa, io avevo sperato il contrario, avevo lavorato per il contrario. Quando c’è una squadra forte, ce ne vuole un’altra in società: direttore sportivo, direttore generale, presidente. Abbiamo perso una sentinella di Trigoria, perché lui, come ha detto, viveva per la Roma, ce l’aveva addosso. Pallotta? Sta dentro la nostra situazione, vive la nostra squadra e la nostra città. Ha messo dei tasselli nei punti giusti per dare forza a questa squadra, a questo gruppo di calciatori e a questa società. E’ chiaro che se ci fosse bisogno è giusto che intervenga e si faccia sentire, ma lui più o meno fino a questo momento l’ha fatto. La mia formazione ideale: Spalletti allenatore, Baldissoni direttore generale, Sabatini direttore sportivo e Franco Baldini vicepresidente».
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